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 2020  febbraio 17 Lunedì calendario

L’app con ragazze attraenti usata da Hamas

Nel cyberconflitto tra Hamas e l’esercito israeliano (Idf) gli smartphone sono diventati elementi di vulnerabilità e concedersi in chat con degli o delle sconosciute può rivelarsi un’ingenuità pericolosa. Ieri il portavoce dell’Idf Jonathan Conricus ha rivelato che nei mesi scorsi i miliziani del gruppo palestinese avrebbero tentato di hackerare i telefoni di decine di militari israeliani adescandoli con foto di ragazze “attraenti” che si offrivano di fare due chiacchiere in chat, via Facebook, Twitter o Instagram, cercando poi di convincere i soldati a cliccare sui link che rimandavano ad applicazioni per lo scambio di foto ma contenevano in realtà software spia. Conricus non ha specificato quali prove l’esercito abbia trovato per attribuire l’attacco ad Hamas, ma ha detto che ci sono “solide evidenze”. Non è la prima volta del resto che succede: in passato Hamas ha già tentato di accedere ai dati dei telefoni dei militari e a maggio dello scorso anno l’esercito israeliano per la prima volta ha risposto con un attacco aereo a un attacco cibernetico, colpendo un edificio nella striscia di Gaza che è stato definito dagli israeliani il quartier generale delle cyberoperazioni del gruppo palestinese. Le ragazze invitavano i soldati ad accedere ad una app simile a Snapchat che in realtà conteneva il link ad alcuni malware coperti da siti di appuntamenti – Catch&See, ZatuApp e GrixyApp. Conricus ha escluso che ci siano state «significative perdite di informazioni», ma ha anche ammesso che «il livello di ingegneria sociale» di queste operazioni si è fatto più sofisticato «rispetto ai precedenti tentativi». Stanno «imparando e migliorando il loro gioco».