Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 16 Domenica calendario

La ragazza con mezzo cervello

Strano ma vero: si può vivere bene anche con mezzo cervello. Anzi, si possono avere prestazioni cognitive superiori alla media. È il caso della paziente C1, una ragazza di 18 anni che, pur essendo nata senza l’emisfero sinistro, ha un quoziente intellettivo medio-alto e progetta di iscriversi all’università. La notizia diffusa da New Scientist ha fatto sobbalzare i lettori, ma per gli specialisti suona come una conferma. Il cervello ha il dono della plasticità e, se una parte viene a mancare, si riorganizza per svolgere i suoi compiti nel miglior modo possibile. «Non è una macchina a elementi fissi, che senza pezzi di ricambio smette di funzio-nare. È un set dinamico di reti neurali», commenta Salvatore Maria Aglioti dell’IIT di Genova e della Fondazione Santa Lucia di Roma. L’Università di Chicago ha seguito la paziente sin da piccola, confrontandola con coetanei sani e colpiti da ictus. I test indicano che il suo cervello si è adattato per compensare il deficit dovuto a una condizione molto rara detta emi-idranencefalia. L’unico emisfero presente, insom-ma, si è fatto carico delle funzioni di quello mancante. Quando ascolta delle storie la sua attività cerebrale è simile a quella dell’emisfero sinistro dei ragazzi col cervello intatto. I pochissimi casi noti simili al suo non sono tutti così fortunati. Forse la paziente C1 deve dire grazie alla famiglia, che l’ha aiutata a sviluppare il proprio potenziale e le ha trasmesso una buona costellazione di geni per l’intelligenza. Il suo caso appare meno eccezionale se si pensa a quanti hanno dovuto rinunciare a mezzo cervello in sala chirurgica, per motivi medici. Grazie a loro sapevamo già che la rimozione di un emisfero non cambia la personalità dei pazienti e il recupero è migliore da giovani.