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 2020  febbraio 16 Domenica calendario

La calda Antartide

È successo improvvisamente. Da un giorno all’altro, la base antartica argentina di Esperanza ci ha informato del nuovo record: in Antartide il termometro ha segnato 18,3°C. Non lontano da Esperanza pochi giorni dopo, sull’isola di Seymur, altri scienziati misuravano un nuovo primato: 20,7°C. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha da poco segnalato che il 2019 è stato il secondo anno più caldo dopo il 2016, e già un nuovo record irrompe nel 2020. A inizio febbraio il continente gelato e remoto ha dato un colpo di spalla per ricordarci che tanto lontano non è. E che, come altrove sul Pianeta, anche lì il riscaldamento globale si fa sentire. Titoli allarmanti di un Antartide a venti gradi sopra lo zero fanno tremare anche chi finora non l’ha mai ben osservato, nascosto proprio dove si incastra l’asse che fa girare il mappamondo. La scorsa estate un caldo e secco persistente ha reso quasi l’intera superficie della calotta glaciale groenlandese, su vicino al Polo Nord, in condizioni di scioglimento accelerato. Se anche l’Antartide ora si scioglie è la fine, si leggeva con preoccupazione nei social. Per molti è un colosso di ghiaccio uniforme e cristallino e quei venti gradi non corrispondono alla idea comune della geografia dell’Antartico. È giusto che sia così, perché si tratta di un continente grande due volte l’Australia e che possiede regioni con regimi climatici distinti.
L’evento registrato a Esperanza è avvenuto nella Penisola Antartica, una delle tre regioni principali in cui è suddiviso il continente, una catena montuosa lunga e sottile vicino al Sud America. I record di caldo di febbraio si devono a una particolare situazione atmosferica e orografica della penisola, che ha generato un vento caldo di tipo favonico (phön). Un fenomeno simile accade anche lungo l’arco alpino. Il tutto è durato meno di una giornata, ed è quindi assai diverso da quanto accaduto in Groenlandia. Esperanza non è nuova a temperature elevate per il continente antartico. Il record precedente risale al 2015, con 17,5°C. Nel 2016 è stato registrato nuovamente 17,2°C, mentre temperature massime sopra i 15°C si sono registrate diverse volte dal 1966 a oggi. La Penisola Antartica, è una regione che si scalda rapidamente: la temperatura media è aumentata di quasi 3°C negli ultimi 50 anni. Nello stesso tempo circa l’87% dei ghiacciai lungo la costa occidentale della penisola si è ritirato e la maggior parte di questi ha mostrato una accelerazione negli ultimi 12 anni. La maggioranza della perdita di ghiaccio si verifica sotto le piattaforme, a causa delle incursioni di acqua oceanica relativamente calda sotto il ghiaccio.
Questo è il fenomeno che più preoccupa gli scienziati e che rende la seconda regione, l’Antartide Occidentale, il vero hotspot di fusione dell’intero continente. La calotta glaciale è in gran parte al di sotto del livello del mare e si snoda intorno a quello che altrimenti sarebbe un arcipelago roccioso. Se si sciogliesse, il livello del mare aumenterebbe di 3 metri e, a differenza della calotta glaciale dell’Antartide Orientale, la terza e più vasta regione del continente, il rapido scioglimento della calotta è una reale minaccia e una possibilità. Il solo, ma enorme (una superficie pari a quella della Gran Bretagna), bacino del ghiacciaio Thwaites sta scorrendo verso il mare a una velocità sempre maggiore. Da solo contribuisce a circa il 4% dell’innalzamento del livello marino globale. Secondo alcuni scienziati il collasso del Thwaites aumenterebbe il livello del mare di quasi un metro, un disastro per molte regioni costiere. Sempre sciolto più dal mare sottostante che dall’atmosfera, qualche giorno fa si è staccata una piattaforma di 310 chilometri quadrati dal vicino ghiacciaio di Pine Island. Si tratta di un iceberg che potrebbe accomodare tre città estese quanto Torino.
L’Antartide Orientale invece è principalmente sopra il livello del mare. Lo spessore del ghiaccio qui può superare i 4mila metri e costituisce la maggior parte della calotta glaciale antartica. È secca, ventosa: quando a Esperanza si registrava quel picco, nella base italo-francese di Concordia c’erano -36°C. Se la calotta si sciogliesse il livello del mare aumenterebbe di 53 metri. Fortunatamente è la calotta meno intaccata dal riscaldamento globale, e comunque ci vorrebbero migliaia di anni perché ciò avvenisse. Qui il record di temperatura è del 1989, a -7°C.
Considerata la tendenza all’aumento delle temperature, l’Antartide potrebbe contribuire anche con ben 58 centimetri alla risalita del livello marino nei prossimi ottanta anni. «Dall’inizio del secolo – spiega Carlo Barbante, professore di paleoclimatologia alla Università di Venezia – il bilancio dell’Antartide è negativo. Dal 2002 al 2016 ha perso 125 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno, pari a un innalzamento del livello del mare di 0,35 mm l’anno. Questo sopratutto nell’Antartide Occidentale e nella Penisola Antartica. I dati sui bilanci di massa prima dell’inizio di questo mostravano una situazione complessiva di stato stazionario». Ma il grande malato rimane la Groenlandia, che perde ben 280 miliardi di tonnellate di ghiaccio annuo. Il record di questi giorni mostra dunque un riscaldamento della Penisola Antartica. E questo sta causando cambiamenti nell’ambiente, dalla minaccia alle colonie di pinguini all’aumento delle piante. C’è anche il declino del krill antartico, probabilmente legato alla riduzione del ghiaccio marino. L’Antartide però non è tanto remoto quanto sembri, come conclude Barbante: «È un polo di raffreddamento del pianeta. Quello che accade qui, come in Artico del resto, si riflette a livello globale».