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 2020  febbraio 16 Domenica calendario

Il tempo delle fragole è già arrivato

ROMA – Le fragole sono arrivate già quindici giorni fa, le fave in questi giorni, gli asparagi sono attesi entro la fine del mese: un inverno anomalo, troppo caldo, troppo secco, ha spinto le piante ad accelerare i tempi. Secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration ci siamo lasciati alle spalle il gennaio più caldo in 141 anni. Per i meteorologi di casa nostra il record è anche maggiore: «In alcune parti d’Italia è l’inverno più caldo in 250 anni, lo abbiamo già rilevato per il Nord Ovest, siamo in attesa del dato nazionale. – dice Valentina Acordon, della Società Meteorologica Italiana – C’è stata una prevalenza ininterrotta delle alte pressioni, e non ci sono state pertubazioni». Nel complesso, l’inverno ha fatto registrare fino ad ora in Europa temperature superiori di 3,1 gradi superiori alla media di riferimento (1981 -2010), ricorda Coldiretti, quasi a voler giustificare l’arrivo inaspettato e con largo anticipo delle primizie sui banchi del mercato. Non è detto che si tratti di una buona notizia, i produttori sono prudenti: «Ci possono essere dei vantaggi, ma anche dei rischi. – osserva Lorenzo Bazzana, responsabile economico Coldiretti – Alcune settimane fa per esempio si s’è accavallata la maturazione di cavoli, cavolfiori e broccoli, e quindi sul mercato c’è stata una eccessiva disponibilità, alla quale è seguita una fase di penuria. Saltano le programmazioni e i cicli». E le tradizioni: «Con queste temperature la mimosa è già sfiorita, l’8 marzo molto probabilmente non ci sarà più. – prevede Bernardo Gozzini, direttore scientifico del Consorzio LaMMa di Firenze, che si occupa di biometeorologia – Per le piante da frutto è un grosso rischio, se ci fosse una gelata o comunque un’ondata di freddo ci sarebbe una moria dei germogli spuntati in questi giorni. Sicuramente, inoltre, l’aumento delle temperature incide sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti che consumiamo». «Di solito le fave maturano a metà aprile, quest’anno sono in anticipo di 45 giorni. – dice Angelo Latini, coltivatore diretto nel Lazio, tra Ladispoli e Cerveteri – Con queste temperature il terreno si scalda, le piante lo avvertono e partono. Però così aumenta l’acqua nei tessuti, e al primo freddo gelano. Mentre i carciofi e i finocchi soffrono per via delle troppe piogge dell’autunno: l’eccesso di acqua ha spinto le radici in superficie, ma se poi non piove anche solo per 15 giorni le piante appassiscono quando dovrebbero essere al massimo della vegetazione». Preoccupati anche i produttori di asparagi, dal bianco dei Colli Euganei a quello pugliese: «Ogni anno cerchiamo di anticipare i tempi usando il nylon o altri tipi di coperture, ma quest’anno l’anticipo è eccessivo. dice Costantino Faccio, presidente del Consorzio di tutela dell’asparago di Pernumia (Pd) – Il problema potrebbe essere il ritorno del freddo, che bloccherebbe le piante». L’inverno caldo non ha favorito solo anticipi di primizie, ha anche permesso di ritardare la produzione di alcuni ortaggi: «Quest’anno abbiamo anticipato le fragole e le puntarelle racconta Giuseppe Azzollini, di Giovinazzo (Ba)- ma siamo riusciti anche a mantenere le vecchie coltivazioni, i pomodori piantati a luglio, senza doverne piantare di nuovi. Ma sul mercato il prodotto non viene valorizzato, c’è un surplus di offerta».