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 2020  febbraio 15 Sabato calendario

Periscopio

Lo smartphone è ormai il tuo psicanalista, il tuo assistente, avvolgente come una famiglia. È sempre lui a ricordarti gli appuntamenti, l’uso del tuo tempo, la tua carriera, i tuoi affetti. Massimo Bucchi. il venerdì.
Ho odiato la mia infanzia. Ho amato solo il periodo in Brasile. Poi l’orrido collegio. Lapo Elkann, imprenditore (Paola Pollo). Corsera.

L’attuale esecutivo non mi soddisfa per niente. È schizofrenico. Franco Rocchetta, ex leader della Lega (Stefano Lorenzetto). Corsera.

I Pd sono arrendevoli al grillismo perché a loro manca una vera cultura politica ben definita. Dall’89 ad oggi, essi hanno inseguito ogni voga del momento: il comunismo, ma anche la Terza via, ma anche l’abbraccio col popolarismo, ma anche il flirt col populismo. Non hanno mai trovato una bussola, e del resto se nel tuo Pantheon tieni insieme il comunista Berlinguer e l’anticomunista feroce John Fitzgerald Kennedy, che bussola vuoi avere? La loro tentazione è sempre quella di sostituire la politica con la morale, lo stesso humus del grillismo. Carlo Calenda (Laura Cesaretti). Il Giornale.

Un leader democratico dev’essere per forza populista. Il popolo non è sempre contro, è anche capace di vincere la Prima guerra mondiale. L’antipolitica è una stronzata perché la politica è necessaria come l’aria che si respira. Ernesto Galli della Loggia (Annalisa Chirico). Il Foglio.

Marco Travaglio lo dice sempre che è colpa del Pd se c’è il governo Conte. È una tecnica, si chiama capro espiatorio. Funziona sempre bene. Un giorno, magari, riguarderemo cosa è successo negli ultimi 4 anni, dal 2014 al 2018, gli anni di Renzi, e forse scopriremo che avevamo il miglior governo della Repubblica italiana e che siamo riusciti (mi ci metto anche io) con il nostro fastidio e la nostra suscettibilità, a sminuirlo, ad aprire le praterie a questo nuovo nazifascismo targato M5s. Paolo Virzì, regista (Davide Allegranti). Il Foglio.

Alla necropoli vaticana accedono circa 62 mila persone l’anno, a gruppi di dieci e per non più di un’ora e mezza. Il numero chiuso si è reso necessario perché ogni individuo emette calore come una lampadina a incandescenza da 120 watt, quindi fa diminuire l’umidità e altera il microclima. Inoltre crea degrado, portando le spore con le suole delle scarpe. Ecco spiegata la speciale illuminazione germicida per scongiurare la crescita di microfunghi e di alghe nel sito archeologico. Ci siamo dovuti rivolgere agli stessi restauratori che hanno avuto in cura la tomba di Nefertari in Egitto. Pietro Zander, archeologo vaticano (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.

Il mondo contadino, il mondo operaio e quello sotto-borghese, aveva l’aspirazione a diventare borghese. Bei vestiti, un’utilitaria e fare le ferie. L’essere descritti al di sotto di un certo decoro, li umiliava. Ferdinando Camon, scrittore (Luca Pavanel). Il Giornale.

La mattina Michele Santoro scende dai Parioli, dove abita, e raggiunge l’ufficio in via delle Mantellate, a fianco del carcere romano di Regina Coeli. «Vedo le mamme in fila con i figli per mano, mentre aspettano di portare i bimbi a incontrare i loro padri detenuti, e ogni volta mi commuovo». Michele Santoro, conduttore tv (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Sono stato educato da una famiglia cattolica. I miei genitori erano entrambi maestri elementari. Ho avvertito la profondità religiosa di mia madre e il lato più razionalistico di mio padre. Dopo la laurea in pedagogia, Aldo Agazzi divenne uno dei maggiori pedagogisti italiani. La religiosità ha dato un senso alla mia vita, mentre la filosofia ha fornito quel rigore che solo il lavoro critico fa raggiungere. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Nel 1998 feci un’intervista a Craxi per il rotocalco tv Sfide, forse la prima che dall’esilio il leader socialista concesse alla Rai. Ebbe un successo di share e il fatto ad alcuni non piacque. Così, per sedare le polemiche, il giorno dopo fui processato su una trasmissione su Raidue con l’accusa di avere intervistato un latitante. Dodici anni dopo, nel decennale della morte, feci un’editoriale al Tg1 in cui ricordai la figura dello statista Craxi tra luci e ombre. Altra montagna di critiche. Augusto Minzolini, il Giornale.

Quando siamo stati messi al mondo, i nostri genitori avevano intorno ai trent’anni, avevano tutti, in un modo o nell’altro, fatto la guerra, le loro amicizie, i loro racconti e giudizi, le loro abitudini e persino i tic e le manie rimandavano a quell’esperienza da cui erano usciti vivi, e se questo da un lato ti consegnava il ritratto di un Paese dove il passato confluiva nel presente, dall’altro era la spia della frattura che nel futuro ci sarebbe stata, la mancanza di un cemento generazionale forte, l’assenza di un comune sentire dovuto a un’eccezionalità storica, il prevalere e poi lo stravincere di un individualismo sempre più estremo, feroce verrebbe da dire, senza più una solidarietà a fargli da argine. Marco Risi, figlio del regista Dino Risi. (Stenio Solinas). il Giornale.

La parola d’ordine è destagionalizzare. Allungare i giorni della raccolta di questa monocoltura turistica. A Cortina le partite da tutto esaurito si concentrano in poche date. Cinque giorni per il ponte di Sant’Ambrogio/Fashion Weekend. Quindici tra Natale e Capodanno. Forse altrettanti intorno a Carnevale. E una settimana a Pasqua. Negli altri mesi ci sono quasi solo gli stranieri che ormai totalizzano la metà del milione e duecentomila presenze all’anno. E l’estate, come introiti, ormai batte l’inverno sei a quattro» Paola Coletti, assessore al turismo di Cortina (Riccardo Stiglianò). il Venerdì.

S’avvicinava ormai il tramonto, in Albania. E lungo una viuzza sassosa cominciavano a passare, a lato della schieramento italiano, i contadini che rientravano in paese dai campi; parecchi erano a dorso d’asino, li seguivano a piedi le loro donne velate in faccia, con i calzoni legati alle caviglie e logore babbucce a punta. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Ares, 1983, 33 edizioni.

I partiti politici sono associazioni per delinquere consacrate dal suffragio universale. Roberto Gervaso. il Giornale.