Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 14 Venerdì calendario

Il segreto del matrimonio di Julianne Moore

Lei lo guarda con occhi sognanti, lui la riempie di complimenti. Lei gli lascia spesso la parola, e allora è lui a guardarla con gli occhi dolci. Innamorati da più di vent’anni Bart Freundlich e Julianne Moore sono una coppia di Hollywood anomala. Forse perché è stato lui a fare il famoso passo indietro, lasciando a lei più successo e persino un Oscar? Insieme dal 1997 quando si conoscono sul set di un film diretto da lui, The Myth of Fingerprints, si sposano nel 2003 con già due figli Caleb e Liv, ora rispettivamente 21 e 17. Dopo il matrimonio è il quarto film che girano insieme, ma il primo che entrambi producono. Rifacimento della pellicola di Susanne Bier candidata all’Oscar come miglior film straniero nel 2007, questa versione vede al posto dei due uomini protagonisti due donne: Julianne Moore nella parte della ricca Theresa e Michelle Williams in quella di Isabel, volontaria dell’orfanotrofio in India a cui Theresa vuole donare molti soldi. Le due donne sono legate da molto di più: Theresa è la moglie dell’ex compagno di Isabel (il bravissimo Billy Crudup) e ha cresciuto la loro figlia, che Isabel pensava di aver dato in adozione. «Ho avuto molte riserve prima di accettare questo film: la versione di Bier era già perfetta» , racconta Freundlich. Fino a quando lui e Julianne non hanno guardato il film insieme, una sera a casa. «Mi sono innamorata del personaggio di Jacob - dice Moore - Ho subito detto a Bart: questa è una parte che voglio fare. Da lì, egoisticamente, è venuta l’idea di trasformarlo in un ruolo femminile». 
Freundlich è entusiasta: «Avere Julianne sul set è prezioso. Da artista, mi piace che non ci siano confini tra il mio lavoro e mia moglie. Parliamo tantissimo, rispetto il suo punto di vista e lei il mio anche se mi guardo bene dal dirle come fare il suo lavoro». «Conosco Bart nei minimi dettagli, sono molto sensibile ai suoi cambi di umore, so quando una cosa lo infastidisce», ribatte Julianne. I due insieme hanno fondato una casa di produzione. Curiosamente si chiama 40/60. «Perché in alcuni progetti sarà Julianne a guidare, mentre in altri sarà io. Siamo alternativamente sia la quota 40 che la 60», racconta Freundlich convinto anche che prima o poi sua moglie vorrà sperimentarsi anche come regista. «La parità assoluta 50/50 non esiste. Ci si alterna: è il segreto di ogni relazione, lavorativa come sentimentale. Per me non ci sono controindicazioni a lavorare con mia moglie. Forse ci sarebbero se avessi sposato una donna di minor talento, ma non è così. Non ho desiderio di lavorare con altre. È come essere abituati a un ottimo ristorante: sei curioso delle novità nel menù, ma non cambi ristorante. Per me è eccitante scoprire che cosa farà Julianne, scena dopo scena». «A nessuno dovrebbe essere detto come comportarsi - interviene Moore - specie nell’ambito delle relazioni sentimentali. Se vuoi raccogliere le calze di tuo marito da terra, lo fai. Dopotutto, il matrimonio è una partnership ed è bello fare le cose l’uno per l’altro».