Dopo Sanremo, l’incursione da Amadeus a I soliti ignoti , una cena con la moglie Susanna «in un ristorante di Via Veneto dove tutti avevano visto Sanremo, volevano i selfie, mi sono messo al piano e ho pure cantato!», si è preso qualche giorno di riposo. Nel suo studio, i vecchi poster degli spettacoli, sul tavolo mezzo litro di latte scremato.
L’amico geniale del conduttore del festival ripercorre il suo Sanremo.
Fiorello, cosa l’ha colpita di più?
«L’effetto del festival sulla vita reale. Non sono Me contro te ma i bambini mi salutano: "Buonaseraaaaa", con la voce di Maria De Filippi».
A tutte le età c’è del fiorellismo.
Roberto Poletti ha sputato l’acqua sulla giacca di Alberto Matano a "La vita in diretta"…
«Davvero?».
Al festival ha fatto tutto quello che voleva fare?
«Ho fatto quello che non immaginavo di fare, una performance diversa. E se la stragrande maggioranza del pubblico ha gradito è per merito di Amadeus. Non ho fatto l’ospite scaldapubblico e poi il classico intervento come al festival di Baglioni. Ama mi ha fatto fare i pezzi con lui, in libertà, ci divertivamo tra noi. Sono uscito al bisogno, perché mi andava o perché a lui piaceva.
Non sapeva niente. È stato il festival più vero e spontaneo della mia vita, non era programmato niente».
Ci sarà stato un piano.
«Era previsto che facessi la presentazione per arrivare alla seconda puntata, e proporre una cosina nell’ultima. Invece la prima esco vestito da prete, e dico per ridere: "Se va bene mi vesto da Maria De Filippi", e così è stato.
Ringrazio le costumiste Anna Fontana e Claudia Tortora».
«Mai più Sanremo perché le cose belle finiscono» o «mai dire mai»?
«Non lo farò mai da presentatore, mi snaturerei. Ma non escludo di tornarci come cantante in gara per la libidine di fare tre minuti a sera e respirare l’atmosfera senza fare l’ospite. Canto e vado al ristorante a seguire il festival».
Prima la politica si è buttata nelle polemiche, poi il silenzio.
«È come se il festival sotterrasse tutto, non so se sia un bene o un male. I politici oggi sono personaggi, trent’anni fa non erano così: Salvini conosce i social».
Aveva visto prima le mise di Achille Lauro?
«Zero. A un certo punto dietro le quinte lo vedo scendere col mantello. Mi giro e portava la tutina! Sono rientrato per la foto».
Vogliamo parlare del suo monologo sulla pipì?
«Che ridere. L’Associazione urologi italiani mi ha chiesto il pezzo. Ho fatto di tutto: sono uscito come prete, come De Filippi, come coniglio e De Filippi insieme, ho inseguito Morgan che inseguiva Bugo che inseguiva Morgan. Un festival irripetibile. Anche se lo facessimo di nuovo io e Amadeus, replicare le stesse sensazioni sarebbe impossibile».
Siete complici, è tutto vero?
«Sì. Non sa le risate a Ibiza per Deejay Beach, sotto il sole cocente. Dopo di lui dovevo entrare io, c’era Claudio Cecchetto in regia e Ama sbagliava presentando un video.
Alla quindicesima volta lo incoraggio: "Dai, tranquillo". Alla venticinquesima: "Ama, vattene a quel paese". Aveva il naso cotto, bordeaux, all’urlo "buona!" scatta l’applauso dei pescatori spagnoli».
A maggio compirà 60 anni: come vive il rapporto con l’età?
«Ogni tanto penso: ho un’età ma è possibile che cambi solo il fisico?
Qui non invecchia più nessuno. Una volta a Ibiza la signora delle pulizie entrò nella mia stanza e esclamò: "Madre de Dios", perché non usavo l’armadio, buttavo le cose ovunque.
Sono cambiato solo professionalmente, sono puntualissimo, controllo tutto: sono cresciuto nel lavoro, nella vita meno. Mia figlia dice: "Tu sei come me. Con te non mi sembra di stare con un papà". Lei e mia moglie dicono che le faccio ridere quando mi arrabbio. Sarà giusto?».
Ma sì. Amadeus dice che lei era un selvaggio. Oggi si sente bello?
«Ha ragione, ero naturale. Mai pensato alla bellezza. Nei villaggi avevo discreti addominali, non me ne rendevo conto e neanche li celebravo. Ora ci sono, ma nascosti.
Mai puntato sul fisico ma sulla simpatia. Hanno chiesto a Vasco Rossi: "Non pensi che le donne vengano con te perché sei Vasco Rossi?". E lui ha riposto: "Ma io sono Vasco Rossi". Però a Sanremo ero elegante grazie a re Giorgio (Armani, ndr ). E ero magro».
Grande fatica la linea?
«Uno più cretino di me non c’è.
Arriva Pasqua, mi sfondo e arrivo in estate ingrassato. Titolano: la pancia di Fiorello. Ma dovrebbero scrivere: in inverno era magro».
Duetti con Dustin Hoffman, Liza Minnelli e Bublè, ha girato "Il talento di Mr. Ripley" e "Passione": non ha mai pensato all’America?
«E la lingua? Anche se fossi nato in Inghilterra non avrei parlato inglese. Poi ho paura dell’aereo.
Andai con Susanna a Los Angeles per Il talento di Mr. Ripley , party Paramount, villa pazzesca, cena sul campo da tennis. Ai tavoli De Niro, Hopkins. Meryl Streep mi abbraccia. Ero caduto a Rodeo drive, giravo con le stampelle. Matt Damon annuncia: "My friend from Italy Rosario Fiorello". Con le mie sei parole di inglese faccio una gag di 40 minuti: "Come si dice tovagliolo?
Iniziate a rotearli". Viene uno da me, bella faccia, mi è rimasto il dubbio che fosse Iñárritu: "Che fai ora? Se impari l’inglese potresti rimanere a Hollywood". "Parto tra due giorni"».
Perché?
«Non m’interessa avere più successo di quello che ho. Sanremo mi va benissimo».