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 2020  febbraio 13 Giovedì calendario

I selfie influenzano la chirurgia plastica

Cambiano i canoni di bellezza e i relativi modelli. Solo che le persone non vogliono somigliare più a una diva del cinema o a una star dello sport, ma la nuova mania che sta dilagando negli Stati Uniti d’America è quella di voler cambiare le proprie sembianze ispirandosi agli effetti dei filtri fotografici sui social media. Un cambio di paradigma che i chirurghi plastici definiscono inquietante e che viene inquadrato in un nuovo disturbo, ribattezzato Snapchat dysmorphia, mutuando il nome dell’App che ha contribuito alla moda dei selfie e della loro condivisione.
E così, come ha raccontato la Cnn, fioccano le richieste per avere la pelle liscia come il vetro... Proprio come quella che si vede in certe fotografie sui social, con speciali filtri che cancellano non solo le rughe, ma cambiano addirittura i tratti somatici.

Lara Devgan, chirurgo plastico di New York, ha raccontato all’emittente come circa la metà dei suoi pazienti entrino in clinica con una foto di loro stessi in mano... Un’immagine ovviamente modificata o filtrata da qualche App. «Invece di chiedere il naso, il mento o gli zigomi di una celebrità», ha detto Devgan, «i pazienti ora stanno portando in gran parte foto modificate dei loro volti».

Una tendenza confermata dall’American Society of Plastic Surgeons, che sta monitorando il fenomeno perché potrebbe portare a una nuova forma di disturbo dismorfico corporeo, un’ossessione irrealistica di voler correggere difetti soggettivi. E anche il Boston Medical Center sta analizzando il fenomeno e parla di nuovi canoni di bellezza, che talvolta portano a richieste irrealizzabili: le App possono risultare dannose per le persone con tendenze ossessive compulsive o ansie pronunciate.

«Sono fermamente convinto che dobbiamo investigare adeguatamente l’impatto che App e relativi filtri potrebbero avere sui gruppi più vulnerabili», ha affermato Kamleshun Ramphul, autore del libro Snapchat Dysmorphia è un vero problema?, «Gli adolescenti sanno che questi filtri non riflettono i cambiamenti di cui hanno bisogno? Capiscono che questi filtri non li devono far vergognare del loro aspetto attuale? Abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per rispondere a queste domande».

Gli esperti si dividono tra chi è preoccupato da questa tendenza, anche perché potrebbe incoraggiare le persone a ricorrere alla chirurgia plastica per modifiche non necessarie al loro aspetto, tanto da perdere la propria identità; e chi invece cerca di vedere il lato positivo, come la dottoressa Devgan: «Finalmente non stiamo cercando di assomigliare a qualcun altro, ma stiamo cercando di essere la versione più sicura di noi stessi».

Intanto, la chirurgia plastica continua a crescere negli Stati Uniti, tanto che secondo l’American Society of Plastic Surgeons, l’anno scorso sono stati spesi circa 15 miliardi di euro in interventi correttivi, un record.