Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 13 Giovedì calendario

Periscopio

Quanto mi manca Berlusconi. Gli sono debitore di decine di spunti umoristici. Enrico Bertolino, comico, Circo Minimo.
Nel bilancio della sensibilità, nella fiscalità mentale, niente è diventato più costoso del silenzio. George Steiner, scrittore (Sèbastien Lapaque). Le Figaro.

Renzi ora risulta così antipatico perché il vizio del suo ego personale travalica la virtù della sua innovazione politica. Marco Follini, vicepremier in un governo Berlusconi (Concetto Vecchio). il venerdì.

Con il nuovo governo austriaco noi popolari ridurremo le tasse e continueremo la battaglia contro l’immigrazione illegale, mentre i Verdi potranno intensificare la lotta contro i cambiamenti climatici, rendere più trasparente l’amministrazione e varare una nuova legge sulla libertà di stampa. Sebastian Kurz, premier austriaco (Paolo Valentin). 7, Corsera.

I nuovi fascismi non mi spaventano più di tanto. Non penso possano tornare la violenza nera, l’olio di ricino, le botte, il confino e il lager. Se parlavi sotto i portici di Piazza Castello con altre due persone, si avvicinava un tizio che magari fingeva di leggere il giornale e ti spiava, era tutto delazione, inganno, agguato. Non accadrà mai più, ma non dobbiamo allentare l’attenzione. Bruno Segre, 101 anni, avvocato di Torino, nessuna parentela con Liliana Segre (Maurizio Crosetti). il venerdì.

Prima in treno tenevo fra le mani un libro, ora lo smartphone o il tablet. Avverto sempre un senso di colpa mentre uso Instagram. Sto meditando di uscirne. Paolo Landi, comunicatore, esperto di Instagram. (Stefano Lorenzetto). Corsera

In vista delle Olimpiadi, 20 alberghi di Cortina su 55 stanno facendo lavori importanti, due nuovi apriranno, e poi rifacciamo le strade, la piscina, l’ospedale diverrà un gioiello. Ma lavorano anche sulla banda larga, che non si vede ma aprirà opportunità straordinarie per nuovi mestieri, con ragazzi che hanno girato il mondo e portano qui talenti necessari. Perché gli eventi si consumeranno in massimo due settimane ma la scommessa è che l’effetto duri molto di più. Riccardo Stiglianò. il venerdì.

Nel 1993, Craxi premiò la mia costanza nel fare anticamera dandomi un documento di 12 pagine, divise in sette capitoli, in cui si parlava della finanza anglo-sassone, della riunione sullo yacht Britannia, delle privatizzazioni italiane. Ma l’elemento che più mi colpì era all’ultima pagina, l’epilogo: si pronosticava un governo Prodi. Prodi, dopo essere stato presidente dell’Iri, almeno apparentemente, si trovava un po’ ai margini, aveva solo una rubrica di economia su Raitre. In un’Italia squassata dalle bombe di mafia e dalle inchieste di Tangentopoli, ammetto che presi quella previsione di un governo Prodi un po’ sottogamba. Poi qualcuno mi disse – ma non ho mai avuto conferma – che si trattava di un’informativa dei servizi segreti tedeschi (i nostri erano già passati dall’altra parte) e conteneva, con la saggezza del dopo, una previsione che, dopo tre anni, si sarebbe avverata. Augusto Minzolini. Il Giornale.

Gli ex comunisti italiani si sono consegnati all’europeismo liberista. Complice l’ubriacatura per la Terza via blairiana, la sinistra italiana di governo ha abbracciato un riformismo puramente liberale e una costruzione dell’Europa che difetta in solidarietà sociale. Il Pd si è fatto establishment. Identificandosi principalmente con l’Unione europea e dimenticando la nazione, i democratici hanno spalancato un’autostrada elettorale a Matteo Salvini. Claudio Martelli, già numero due del Psi (Vittorio Zincone). 7, Corsera.

Ho avuto uno scontro con Nilde Iotti. Lei voleva essere definita il presidente della Camera, ma io avevo dato disposizione di scrivere la presidente. Si adattò. Susanna Agnelli invece venne a protestare: «Sono il senatore Agnelli, non la senatrice!». Risposi che senatore era suo nonno. Se ne andò senza salutare. Sergio Lepri, 101 anni, già direttore dell’Ansa (Aldo Cazzullo). Corsera.

«E questo la riconoscete? Dove li ha nascosti i soldi del Partito comunista? Dai, se ce lo dici, li andiamo a prendere insieme!». Sposetti rispose duro: «Bada che io sono figlio di mezzadri! Prima del tesoriere del partito ho fatto il ferroviere! Ti insegno io a stare al mondo!». Il coro riprese. Tre senatori del Popolo dell’Onestà lo dirigevano a gesti, sorridendo come Franti, sebbene non avessero mai letto De Amicis, e neanche qualcos’altro. Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Ci vuole accortezza per scrivere i coccodrilli cioè i necrologi sui viventi destinati poi a essere pubblicati al momento della loro scomparsa. In effetti, non è escluso che l’autore del necrologio, specie se in là con l’età, possa premorire al morituro. In tale caso, deve dotare l’articolo di un nom de plume per evitare il macabro paradosso di un elogio del morto firmato da un morto più morto di lui. Giancarlo Perna. LaVerità.

Limonov, il suo è un romanzo dell’86: aveva già colto lo spirito masochista dell’Occidente? «Io non parlo dei significati dei miei libri. Odio la psicoanalisi del testo. Io i libri li scrivo, e poi me ne disinteresso. Che li interpretino i lettori: li autorizzo a fare delle mie parole quello che vogliono». Limonov (Nicola Mirenzi), Huffington Post.

Nel calcio c’è un elemento di imprevedibilità che lo fa simile alla vita. Dove, come diceva Machiavelli, non bisogna mai dimenticarsi la «pazzissima fortuna». Nel calcio c’è una pazzissima fortuna. Ma l’area della pazzissima fortuna è, nel calcio, infinitamente maggiore rispetto al rugby o al basket. Può capitare che il Milan batta il Real Madrid ma mai che la Nazionale di rugby italiana batta il Sud Africa. Massimo Cacciari, filosofo (Claudio Sabelli Fioretti). il venerdì.

«Il momento migliore per gli investimenti è quando c’è ancora sangue sulle strade», proclamava uno ’ndranghetista intelligente che ho incontrato di nascosto per il romanzo-ordigno che sto quasi finendo. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli, 2014.

«E tu stamattina a chi scrivevi?». «Come sai che scrivevo?». «Ho un udito da pellirossa: ho sentito il pennino sulla carta». Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.

Il personaggio peggiore del mio romanzo è un giornalista. Ne ho conosciuti: parlo della cronaca nera, di quelli che non hanno mai preso una posizione quantomeno di dubbio rispetto alle veline ufficiali. È una scelta di campo: pensano di dover stare sempre dalla parte delle forze dell’ordine e dei pm. È una scelta terribile, perché non lascia scampo a nessuno. Massimo Carlotto, scrittore (Alberto Riva). il venerdì.

L’amore è la più importante sfida contro la morte. Roberto Gervaso. Il Giornale.