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 2020  febbraio 12 Mercoledì calendario

Albatros, sentinelle dell’oceano

Gli albatros, uccelli di mare, come droni sorvolano la riserva naturale de La Réunion, nell’Oceano Indiano, alla ricerca di pescatori illegali. Al largo dell’Antartico, l’immensa distesa di acqua e ghiacci è ricca di mammiferi marini, uccelli, pesci, che si vendono a peso d’oro sui mercati asiatici. Nella riserva che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità, è vietato pescare senza autorizzazione e il controllo delle autorità francesi. Ma sorvegliare una zona così vasta e isolata è una missione quasi impossibile a meno che non utilizzare l’imperatore della regione, l’albatros che percorre ogni giorno centininaia di chilometri sopra l’oceano.
È quello che ha fatto una équipe di ricercatori francesi del Cnrs e dell’università de La Rochelle. Lo studio è stato pubblicato nei quaderni dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti (Pnas) il 27 gennaio e ripreso da Le Figaro. «In origine cercavo di conoscere meglio il lungo periplo dei giovani albatros che prendevano il volo dopo aver lasciato il nido e ritorna soltanto anni dopo sulla terraferma per riprodursi» ha raccontato a Le Figaro, Henri Weimerskirch, ecologo al centro di studi biologici di Chizé e autore principale dello studio.

Lo scienziato ha avuto l’idea di montare dei gps sul dorso degli albatros capaci di localizzare le emissioni radar delle navi e di rinviare le informazioni via satellite, senza aver bisogno di recuperare l’apparecchiatura. Con questa nuova tecnologia, ideata da un ingegnere francese, la sorveglianza dei battelli per la pesca al largo è diventata possibile.

È così che è nato il progetto denominato «Sentinelle dell’oceano». Tra dicembre 2018 e marzo 2019 qualcosa come 170 albatros adulti e giovani sono stati equipaggiati con l’apparecchiatura gps dagli scienziati e hanno coperto un territorio di 47 milioni chilometri quadrati.

In mare, i battelli sono chiamati a attivare il proprio sistema di identificazione per evitare gli incidenti, ha spiegato il direttore della riserva naturale delle terre australi. In caso contrario, ci sono forti probabilità che la nave stia pescando illegalmente. Comparando i dati trasmessi dagli albatros, le spie giganti con le ali, con la carta dei battelli segnalati, gli scienziati hanno potuto valutare per la prima volta l’estensione della pratica della pesca non dichiarata nel Sud dell’Oceano Indiano.

Il risultato è stato che più di un terzo delle imbarcazioni incontrare dagli albatros nelle acque internazionali non erano dichiarate e dunque erano fuorilegge.

Questa esperienza ha dimostrato che il ricorso agli albatros per sorvegliare l’oceano può essere utile in una prospettiva di conservazione. La stessa tecnologia può essere utilizzata anche per altre specie in pericolo. C’è l’urgenza di proteggere specie emblematiche come gli albatros, la cui apertura alare può raggiungere i tre metri. Nel mondo restano soltanto 10 mila coppie di albatros urlatori, conosciuti come i grandi albatros. Questi uccelli sono decimati dalla pesca con i palangari.