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 2020  febbraio 12 Mercoledì calendario

Le donne nel surf

Le big waves, annunciate dalla tempesta Ciara, si sono presentate puntuali. In gergo le chiamano XXL, onde extralarge. Alle 9.30, muta allacciata fino al mento e tavola sotto braccio, i primi di ogni batteria erano già nell’acqua glaciale di Nazarè, il borgo di pescatori dell’Estremadura portoghese che ogni anno ospita il Tow Surfing Challenge, la variazione sul tema più virtuosa e pericolosa del surf: una moto d’acqua traina sulla cresta dell’onda l’atleta (tow-in), che stacca prima del punto di rottura (line-up) e scende a rotta di collo (take-off), cercando di non fare la fine del portoghese Alex Botelho, che ieri è stato portato in ospedale dopo una caduta rovinosa. 
C’erano una volta, in questo martedì da leoni e leonesse, Justine e Maya, le prime donne ammesse sulla Streif inzuppata di adrenalina e salsedine, di solito territorio esclusivo degli uomini. Ma Justine Dupont, francese 28enne, e Maya Gabeira, brasiliana 32enne, non sono surfiste qualunque. Mademoiselle a 11 anni cavalcava le prime onde, nel 2013 domava Belharra, nei Paesi Baschi, dove la barriera corallina crea un frangente violento, capace di inghiottire anche le navi ma non lei, un’habitué di Nazarè. Gabeira è nel Guinness dei Primati per aver surfato proprio in Portogallo (ottobre 2018) l’onda più grande mai affrontata da una donna: 20,7 metri di altezza. Nata a Rio de Janeiro, Maya è la Wonder Woman dello sport della tavola. È stata la prima ragazza a dare del tu a Ghost Tree e Teahupoo, le onde più famose di Pebble Beach (California) e Tahiti. Scalando le montagne d’acqua di Nazarè, nel 2013 rischiò di morire: quell’anno il canyon sottomarino produsse vertigini di altezza impressionante, Gabeira cadde, finì sott’acqua, venne ripescata sul filo dell’annegamento e rianimata dal collega e connazionale Carlos Burle, noto per essere sceso da un’onda di 30,5 metri, ed essere arrivato giù vivo. 
L’italiano 
In gara anche l’italiano Francisco Porcella, ex concorrente di «Ballando con le stelle» 
Il Tow Surfing Challenge, insomma, non è roba per signorine e le foto arrivate ieri dal Portogallo, mentre la scogliera si riempiva di spettatori affascinati dalla grandiosità dello spettacolo, fanno spavento (online impazza il video del volo di Botelho: un miracolo che sia sopravvissuto). Dieci squadre di due surfisti. Ogni team ieri ha gareggiato due volte in un’ora di batterie, rispettando un criterio di priorità per garantire a tutti i big waves riders di lanciarsi sulle onde migliori e più grandi della giornata. 
Inglesi, australiani, francesi, un italiano che si divide tra la Sardegna e le Hawaii, Francisco Porcella, classe 1989, già concorrente di «Ballando con le stelle» su Raiuno. E poi loro, Justine e Maya, le primedonne che surfano nella scia delle californiane Faye Baird Fraser e Mary Ann Hawkins, le pioniere negli Anni 30 e 40. Non hanno paura, non temono la rivalità con gli uomini. «La cosa che mi piace di più scendendo da un’onda è sentire la potenza e l’energia dell’Oceano» dice Dupont. «Fissare il record era il sogno della mia vita: ora non mi pongo più limiti» sorride Gabeira, figlia di quel Fernando militante del movimento brasiliano dell’«8 ottobre» che nel ’69 rapì l’ambasciatore americano. Rivoluzionarie si nasce.