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 2020  febbraio 11 Martedì calendario

Medjugorje: sette apparizioni vere

Le prime sette apparizioni avvenute a Medjugorje dal 24 giugno al 3 luglio 1981 sono vere; non c’è suggestione diabolica ma i messaggi della Madonna sono ritenuti banali e ripetitivi (anche se rispettosi della fede cattolica) e si pone l’accento sull’attaccamento al denaro (e le menzogne) di uno dei veggenti (che però, seppure immaturi nella loro fede, non vogliono sostituirsi alla Chiesa). Inoltre è necessario ingrandire la chiesa parrocchiale. Sono questi i punti chiave del contenuto bomba della relazione finale elaborata dalla Commissione su Medjugorje presieduta dal cardinale Camillo Ruini e che, tra il 2010 e il 2014, ha lavorato sul fenomeno ormai quarantennale delle apparizioni nel paesino della Bosnia-Erzegovina.Il documento, circa 30 pagine, è ancora ufficialmente segreto ma lo scoop è stato fatto da David Murgia, che nel weekend appena passato ne ha anticipato in sintesi il contenuto sul suo blog Il segno di Giona (www.ilsegnodigiona.com). Come si sa, la relazione finale avrebbe dovuto essere resa pubblica nel 2016, poi il Papa ha avocato a sé il materiale. «Un vero capolavoro» scrive Murgia «una vera inchiesta che per metodologia e ricerca dovrebbe essere studiata e proposta come modello nelle università». Mentre scriviamo la Santa Sede ancora tace.
Riassumendo: il «fatto religioso di specifico interesse (...) può essere riconosciuto in modo sufficiente e ragionevole, nelle prime sette apparizioni, (…) avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981», scrivono i relatori guidati da Ruini. E ancora: «L’ipotesi di un’origine demoniaca (...) appare gratuita e infondata». A favore delle prime 7 apparizioni i 15 membri hanno votato quasi all’unanimità: 13 a favore, uno contro e uno attendista.
Visto il grande numero di pellegrini, la commissione Ruini auspica: «Un ampliamento delle dimensioni della chiesa parrocchiale» insieme a quello dei confessionali (e verifica di identità e idoneità dei confessori). I problemi cominciano sul comportamento dei sei veggenti ufficiali (Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Ivankovic, Ivan Dragicevic, Jakov Colo), ritenuti immaturi nella fede e nell’ecclesialità. La relazione valuta i messaggi, la Vita di Maria (che la Madonna avrebbe dettato a Vicka), i dieci segreti e il grande segno che dovrebbe apparire a Medjugorje. E qui è bocciatura: «Banalità ripetitiva di alcune comunicazioni che i testimoni dichiarano di aver ricevuto», dalla Madonna.
La Commissione non ha potuto ordinare ai veggenti di rivelare i segreti, per cui essi e la Vita di Maria «non possono godere di alcuna approvazione ecclesiastica». Infine la questione dei soldi: «I testimoni del segno soprannaturale (…) hanno ora effettivamente un rapporto per alcuni aspetti ambiguo col denaro (e con quello che, in generale, si può chiamare preoccupazione per il proprio «benessere»). Anche se non è immorale, quest’ambiguità: «si situa nel versante della struttura personale (…). Vi sono, semmai, molti indizi di protagonismi spirituali esibiti e di relazioni pastorali mancate».
Insomma: i veggenti con la Chiesa ufficiale non ci hanno avuto sufficientemente a che fare e sarebbe ora che Roma, o chi per essa, se ne occupasse (anche delle loro entrate). A proposito di soldi: uno dei veggenti, di cui si omette il nome, «i cui continui incontri e conferenze sul fenomeno di Medjugorje sembrano costituire l’unico suo lavoro e sostegno. OMISSIS ha mentito più volte».
Per finire: i francescani a Medjugorje, da sempre nel mirino delle polemiche (sono stati accusati di essere i burattinai dei veggenti): «assicurano una buona cura pastorale», ma bisogna potenziarla.
In sostanza: questo documento mostra di essere sufficientemente prudente. Salva le prime apparizioni (quelle che la Diocesi di Mostar, dove ricade Medjugorje, ha sempre ritenuto fasulle), pone paletti ai veggenti (resta da vedere come e in che modo richiamarli all’obbedienza, non essendo loro religiosi a differenza, per esempio, di Suor Lucia che vide la Madonna a Fatima) e toglie loro la visibilità data da messaggi e segreti. Roma mette così i piedi nel piatto di un fenomeno che attrae ogni anno milioni di fedeli e comincia a dare le prime regole. È probabile che, tra qualche anno (o decennio: i tempi della chiesa non sono i nostri), si possa arrivare al riconoscimento di Medjugorje, sia pure nella versione emendata del seguito a base di messaggi e segreti. Un notevole passo avanti che finalmente mette ordine in una situazione altrimenti sempre più ingarbugliata: Ruini e i suoi hanno fatto un ottimo lavoro.