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 2020  febbraio 11 Martedì calendario

Masi deve ancora restituire 100mila euro alla Rai

Nell’ultimo Cda il vertice Rai ha presentato una previsione di bilancio per il 2020 con un rosso di 65 milioni di euro. Nonostante ciò, la tv di Stato non riesce a farsi restituire neppure i denari che le spettano di diritto. Come, ad esempio, 100 mila euro dall’ex direttore generale Mauro Masi condannato dalla Corte dei Conti prima, e dalla Cassazione poi, a risarcire la Rai per danno erariale.
Ex dirigente di Bankitalia e di Palazzo Chigi, Masi è arrivato alla guida della tv pubblica nell’aprile del 2009 su espressa indicazione di Silvio Berlusconi. Amante del bel vivere e delle belle donne (è nota alle cronache la sua relazione con la presentatrice Ingrid Muccitelli), baffo sornione e buone frequentazioni nella Roma che conta, di lui è passata alla storia della tv la telefonata preventiva, il 27 gennaio 2011, alla trasmissione Annozero di Michele Santoro. Masi chiamò per “prendere le distanze da parte dell’azienda” sui possibili contenuti della trasmissione, beccandosi un “vaffa” in diretta da Santoro.
In questo caso la vicenda riguarda alcune spese che il dg fece sostenere a Viale Mazzini nel 2009 per l’incentivo all’uscita all’ex direttrice della Tgr, Angela Buttiglione (sorella di Rocco) e dell’ex direttore di Radio Rai, Marcello Del Bosco. Alla prima, in occasione del prepensionamento, oltre all’incentivo di 515 mila euro vennero liquidati anche 420 mila euro per astenersi da attività concorrenti alla Rai. A Del Bosco, invece, fu dato uno scivolo di 435 mila euro, più altri 260 mila sempre per un patto di non concorrenza. Patto che è costato alla Rai la bellezza di 680 mila euro, che una sentenza della Corte dei Conti ha giudicato come danno erariale in quanto somma non dovuta.
Sentenza confermata dalla Corte di Cassazione a metà ottobre del 2018, dove però si è deciso per uno sconto: invece di dover restituire l’intera cifra, l’ex dg è stato condannato a un risarcimento di 100 mila euro. Che però, nonostante sia passato quasi un anno e mezzo, Viale Mazzini non ha ancora riscosso.
La vicenda è stata sollevata da Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti. “Mi preme innanzitutto far valere il principio di responsabilità. In un’azienda in rosso dove spesso si ha la sensazione che, tra mega contratti e appalti esterni, si gettino i soldi dalla finestra, vorrei almeno che chi in passato ha sbagliato, sperperando denaro pubblico come dicono le sentenze, si prenda le proprie responsabilità e restituisca ciò che deve”, osserva Laganà. Ufficialmente finora non c’è stata risposta, ma alcune voci dicono che qualcosa si muove e che la Rai si sarebbe decisa a riscuotere il suo credito dall’ex dg.