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 2020  febbraio 11 Martedì calendario

Il divorzio compie cinquant’anni

«Ti ricevo subito, bambina!». La bambina è una bellissima ventenne, caschetto biondo, fisico sottile, volto molto noto a chi guarda la televisione. Lui è Loris Fortuna, deputato socialista, e la sta facendo entrare nel suo studio privato. La fa sedere e dice: «Ma sai che sei anche più bella che in tv?».
Tutti pensiamo di sapere benissimo come andrà a finire l’incontro. Non con Loris Fortuna, il politico a cui l’Italia deve le più grandi battaglie per i diritti civili, dal divorzio all’aborto. 
La sta corteggiando, questo è chiaro innanzitutto a Gisella Pagano. Ma lo fa a modo suo. «Per mezz’ora mi ha fatto parlare di me e per la mezz’ora successiva ha parlato di sé e della sua battaglia per il divorzio», racconta Gisella che oggi vive a Este in provincia di Padova in una casa piena di quadri dipinti da lei e ricordi del grande amore della sua vita. Un’ora di colloquio, la promessa di rivedersi durante una delle mobilitazioni in piazza Navona, semmai portando altre persone del mondo della televisione. Poi una stretta di mano e per il momento tutto finisce qui. 
È il 1968, Loris Fortuna è nel pieno della sua battaglia. Ha presentato un primo progetto di legge nel 1965 spiegando che l’Italia è l’unico Paese del Mercato Comune Europeo dove non esiste il divorzio e che persino il Vaticano offre qualche spiraglio in più. Il progetto di legge viene ripresentato nel 1968 e finalmente discusso in Parlamento. Nel novembre del 1969 ottiene il primo via libera da parte della Camera. 
Nel frattempo Gisella Pagano ha accettato un invito a cena in un ristorante del centro di Roma. Pensate che almeno stavolta il solito politico ci abbia provato con la soubrette televisiva? Niente affatto. «Mi ha chiesto di portare a un comizio anche Marcello Marchesi e di cambiare il mio sketch in chiave divorzista. E io gli ho detto di sì. Aveva bisogno di sostegno e aveva delle idee giustissime: perché non dargli una mano?». 
Gisella Pagano è andata davvero in piazza Navona durante una manifestazione. «Ho portato Paolo Villaggio, Tony Renis, Pippo Baudo, Loretta Goggi e la sorella. C’era una folla incredibile. Le sue piazze erano sempre stracolme. Ci siamo fatti strada a fatica firmando autografi e cercando di arrivare davanti al palco dove Loris stava parlando». 
Gli ha portato i volti più noti della televisione dell’epoca ma quella sera non sarà possibile fare altro che salutarsi da lontano e testimoniare con la presenza il sostegno alla battaglia. A giugno del 1970, quasi mezzo secolo fa esatto, arriva il secondo via libera alla legge, stavolta da parte del Senato. Resta l’ultimo passaggio alla Camera. Le forze cattoliche le provano tutte: rinvii in parlamento, appelli, ricatti morali, scenari apocalittici di una società distrutta. Nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre arriva il voto definitivo: il divorzio è legge. 
«Fu una vittoria tremenda!», esulta ancora oggi Gisella Pagano. Ormai Gisella Pagano e Loris Fortuna sono una coppia. Subito dopo la vittoria è lei a rendersi conto che il padre del divorzio inizia a non stare bene. «Aveva preso l’epatite per tutte le fatiche di quegli anni. L’ho portato in Svizzera a casa di un’amica finché non è guarito».
Negli anni successivi il padre del divorzio diventa anche il padre della vittoria nel 1974 del referendum contro il divorzio, poi nel 1978 della legge per introdurre l’aborto. Marco Pannella gli è accanto fin dall’inizio e con i suoi scioperi della fame e le sue manifestazioni attira su di sé l’attenzione ma il protagonista dimenticato di quella stagione di conquiste dei diritti civili è Loris Fortuna. «Ha pagato un prezzo altissimo per la sua passione politica , si è ammalato di tumore». Loris Fortuna muore nel 1985, da allora il ricordo delle sue battaglie si è andato a poco a poco affievolendo. Oggi troverete una via intestata a lui in un piccolo paese in provincia di Bologna, un parco a Udine e poco di più . 
Forse c’entra l’anatema lanciato contro di lui dal mondo cattolico: Giovanni Paolo II lo ha definito «il diavolo Fortuna». Forse c’entra la sua intima coerenza. Gisella Pagano e Loris Fortuna non si sono mai sposati ufficialmente. «Ci siamo giurati amore eterno con la benedizione di un prete che ci conosceva ma Loris non credeva nel matrimonio».