Corriere della Sera, 11 febbraio 2020
L’amore tra Diodato e Levante
Un amore finito, ma forse non sopito. Il fuoco che è ancora brace, la ferita nell’anima, il Sanremo condiviso dove chi vince è contento ma chissà se lo è davvero in fondo al cuore. Si sapeva ma non troppo: a differenza di chi instagramma anche i momenti più intimi e privati, la storia d’amore (ormai finita da qualche mese) tra Diodato e Levante era una vicenda sentimentale rimasta sotto la superficie del gossip, un vincolo affettivo chiuso nel perimetro insindacabile dei fatti loro. Riassunto (discreto, nel carattere dei due protagonisti) della loro love story a fari spenti: i due cantanti sono stati fidanzati dal 2017 fino a poco tempo fa. Un amore mai messo in vetrina, ma che ha lasciato echi e allusioni nei testi dei loro brani, autobiografie musicali forse vere forse no. Del resto l’interpretazione delle canzoni è come quella dei sogni, nella follia onirica si può sempre trovare qualcosa di plausibile.
I due cantanti non parlano, ma in compenso ci pensano gli altri a parlare per loro. Mara Venier di fronte all’imbarazzato Diodato dà per scontato che la sua Fai rumore si riferisca a Levante, «un’ex morosa bella, bruna, simpatica, sexy, che canta bene». Imbarazzato lui tanto quanto lei che scappa via dal cellulare di Coez quando svela quello che molti immaginano: «L’ha dedicata a te».
Il vincitore del Festival di Sanremo però ha sempre mantenuto il riserbo della vaghezza quando gli hanno chiesto di spiegare il senso della canzone: «È un invito a rompere il silenzio, a farsi sentire, abbattere i muri dell’incomunicabilità, abbattere i silenzi tra le persone, che ti possono far pensare che chi in quel momento non ti parla pensi di te cose che invece magari non sono vere». Ma, chiedono tutti, parla di Levante? «Non voglio entrare in cose personali. È una storia di cui non abbiamo mai voluto parlare. Non legherei questo brano solo a quanto accaduto fra noi». Non solo. Ma anche. Perché il brano affronta un tema condiviso da tutti quelli che provano qualcosa di non corrisposto. Il testo sembra essere trasparente: «Per quanto io fugga, torno sempre a te. Non lo posso sopportare questo silenzio innaturale tra me e te. Mi ritrovo negli stessi posti, proprio quei posti che dovevo evitare. E faccio finta di non ricordare, e faccio finta di dimenticare».
Questa è la fine, ma c’è anche l’inizio, perché quando la loro storia d’amore sembrava immortale Diodato e Levante si sono reciprocamente cantati l’un l’altra in due brani che giocando a leggerli con gli occhi arroganti del senno di poi assomigliano a una premonizione. Lui pensò a lei in Cretino che sei (novembre 2017): «Adesso il cuore ti si spaccherà, ci sei cascato di nuovo». Lei pensava a lui in Antonio (ottobre 2019), vero nome di Diodato: «Lo sai benissimo, mi piaci tu, non ti chiedo giurami per sempre, l’amore non esiste nel futuro prossimo».
Nonostante a quel tempo il loro legame fosse già finito, Claudia Lagona, in arte Levante, aveva deciso di lasciare la canzone nell’album: «Ho deciso di tenerla perché abbiamo avuto una bellissima storia d’amore che si meritava una bellissima canzone d’amore. Volevo che restasse traccia delle cose belle che ci sono state».
Nel dubbio, il suggerimento di Battisti (in Prendila così) è un consiglio che vale per tutti: «Cerca di evitare tutti i posti che frequento, nasce l’esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più». L’imprevisto di ritrovarsi entrambi in gara a Sanremo non l’aveva calcolato...