Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 10 Lunedì calendario

Auto elettrica, il bilancio tra costi e risparmi

Sono tanti gli studi che dubitano dei benefici ambientali delle auto elettriche, adducendo che l’impronta di carbonio complessiva di una EV (electric vehicle) nel suo intero ciclo di vita, cioè dalla produzione allo smaltimento, sia paragonabile a quella di un veicolo termico. Ora, però, sta progressivamente aumentando la schiera di chi all’automobile a batteria non riconosce neanche i vantaggi economici relativi ai costi di gestione, gli stessi promossi dalle case automobilistiche per rendere più digeribili prezzi di listino ancora molto, troppo alti.
Basti pensare che una Opel Corsa turbobenzina, da 130 Cv di potenza con cambio automatico, costa 20.750; mentre lo stesso modello, con motore elettrico da 136 Cv, sale a 32.400. Né i costruttori né i fornitori di energia, poi, riescono a prevedere quanto costerà in futuro fare il pieno a un’autovettura elettrica. I prezzi attuali dell’energia, purtroppo, non hanno alcuna valenza di riferimento: non sono ancora confortati da un parco circolante di elettriche tale da generare un nesso tra domanda e offerta che sia realmente attendibile. Trattasi, per giunta, di costi privi delle tradizionali accise sui carburanti che però in Italia – per le sole autovetture – valevano 18,5 miliardi di euro nel 2018 e incidono per oltre il 40% del prezzo del carburante, dai 0,6 ai 0,73 al litro.
Tributi a cui, quando le elettriche faranno massa critica, difficilmente l’amministrazione pubblica rinuncerà e che, prevedibilmente, verranno applicati anche all’energia destinata all’autotrazione: quest’ultima oggi costa dai 0,17 /kWh se si fa la ricarica a casa – ma senza una Wallbox i tempi di rifornimento diventano biblici – fino ai 0,79 /kWh se ci si serve presso le colonnine di rifornimento rapido.
Manutenzione? L’ordinaria costa assai meno rispetto a quell di un’auto benzina o diesel, perché la meccanica elettrica è semplice e virtualmente esente da interventi tecnici. Ma quella straordinaria, invece, potrebbe far tremare i polsi: pure sinistri di entità moderata potrebbero, per ragioni di sicurezza, richiedere la sostituzione del battery–pack, che rappresenta la parte più costosa dell’intera vettura.
L’unico vantaggio economico certo sembra essere quello relativo alle spese per il bollo: a seconda delle regioni, è gratuito per i primi 36–60 mesi – rimane tale in Piemonte e Lombardia – e dopo, a parità di potenza, si può pagare fino al 75% in meno rispetto a quanto si corrisponde per un’automobile termica e non si paga il superbollo, perché la potenza omologata non sempre corrisponde alla massima erogata, come invece succede sulle auto termiche. Ci sarebbe anche la gratuità per ztl e parcheggi su striscia blu. Finché dura.