Corriere della Sera, 10 febbraio 2020
Gli alieni? Sono in città
La foto sembra un dipinto. La farfalla ha una splendida livrea ambrata, con riflessi verdi e gialli, sullo sfondo si intravede la torre di un insediamento industriale. L’insetto è un esemplare di «bombice dell’ailanto» – nome scientifico Samia cynthia —, un lepidottero che in genere si trova nell’Estremo Oriente. Lo scatto invece è stato fatto da Luca Ghezzi a Cassano d’Adda, vicino a Milano, e ha vinto il contest «Click, alieni in città» lanciato dal progetto europeo Life Asap (Alien species awareness program).
La bellezza dell’animale e dell’immagine non devono trarre in inganno. In realtà sono la testimonianza di una minaccia. «L’impatto delle specie aliene è molto rilevante. Secondo l’ultimo rapporto Ipbes dell’Onu rappresentano uno dei cinque fattori di maggior danno alla biodiversità. Tra tutti, il meno conosciuto e compreso» avverte Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica dell’Ispra e alla guida del gruppo sulle specie invasive dell’Unione mondiale conservazione natura.
Portare da luoghi esotici animali o piante, per compagnia oppure ornamento, è abitudine antica. «Da studi compiuti sui mammiferi si trovano tracce 8-9 mila anni fa – aggiunge Genovesi —. Ma è soprattutto negli ultimi due secoli che il fenomeno è esploso. E negli ultimi trent’anni le specie aliene sono praticamente raddoppiate, un fenomeno legato alla globalizzazione, ai commerci e al turismo».
Si stima che siano tremila le specie estranee presenti nei nostri territori, circa quattrocento sono considerate invasive. Spesso sono state introdotte volontariamente, a volte – come per le specie acquatiche o i piccoli invertebrati – trasportate involontariamente nelle merci o dalle navi. Se liberate, possono provocare danni incalcolabili, mettendo a rischio delicati ecosistemi.
Per questo è nato il progetto Life Asap, coordinato dall’Ispra e che vede la partecipazione di Legambiente, Federparchi, Regione Lazio, Università di Cagliari, Nemo srl, Tic Media Art e il contributo del ministero dell’Ambiente e dei parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, dell’Aspromonte, del Gran Paradiso e dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese. Il contest fotografico (con le venti foto finaliste che saranno esposte in una mostra) è una delle tante attività, assieme a incontri con addetti ai lavori, come forestali, veterinari o pescatori, ma anche studenti nelle scuole. «È possibile arrestare la diffusione delle specie aliene invasive e contribuire alla riduzione dei rischi sociali, economici e sanitari che ne derivano, solo attraverso l’impegno e la consapevolezza» osserva Stefano Di Marco di Legambiente.
La «bombice» alle porte di Milano o il verde «parrocchetto dal collare» sugli alberi di Roma sono straordinari da ammirare sotto casa. Ma dovrebbero anche spingerci a riflettere.