Il Messaggero, 9 febbraio 2020
Biografia di Bugo (Cristian Bugatti)
«Quello con Morgan era un progetto bellissimo. Ci credevo davvero». Aveva l’aria affranta, Bugo, mentre con aria torva osservava ieri le macerie ancora calde dell’impresa tirata su con Morgan e franata sul palco di Sanremo. Era la sua prima volta al festival, un esordio arrivato tardi a coronamento della carriera del Beck delle risaie, un anno in meno di Morgan, 46, otto album all’attivo, la raccolta Rockbugo e un nuovo disco col suo nome vero, Cristian Bugatti, in arrivo a cinque anni dal precedente. Sempre fuori dal giro giusto (Nel giro giusto è proprio il titolo di una sua canzone) per la prima volta, con Sanremo, Bugo si affacciava a una vetrina nazional popolare: «Troppo tardi? Mi fanno ridere quelli che dopo due anni si scoraggiano e mollano tutto. Forse non è quello che vogliono davvero».
CARATTERE
Nato a Rho, cresciuto nel novarese e fuggito a Milano nel 2000 in cerca di fortuna, il suo esordio musicale si colloca nel vivaio indie dei primi Anni 90, quello dei Subsonica e dei Bluvertigo di Morgan, cui si è sempre sentito legato: fu proprio lui, del resto, il primo a scrivergli quando a giugno il cantante fu sfrattato. Artista eclettico, passato tra elettronica, rock e folk rock, Bugo è talmente indie da rifiutare la scena indie. Il carattere, geniale e ribelle, non lo ha mai aiutato. Chiacchierata la sua rottura nel 2017 con l’etichetta Carosello del talentuoso Dario Giovannini, colpevole di aver esercitato un controllo eccessivo sulla sua comunicazione. Bugo la abbandonò con parole pesantissime sui social: «Voglio allontanarmi il più possibile da quelle leccate di faccia Anni 80 di Otago, Thegiornalisti, Cosmo e compagnia bella, tutti uguali, che tanto piacciono agli universitari». La donna che Morgan ha insultato venerdì sul palco, facendogli saltare i nervi, è la moglie Elisabetta, una diplomatica con cui Bugo ha avuto un figlio e che spesso ha seguito in viaggio, trasferendosi con lei tra il 2010 e il 2013 a Nuova Delhi, dove si sono sposati. Là, nel suo periodo da artista concettuale, Bugo ha lasciato un enorme autoritratto dipinto nel centro della città.
PERFEZIONISTA
Lavoratore indefesso, perfezionista, il suo retroterra è quello dell’operosa provincia (per un po’ ha lavorato in fonderia) ma le ambizioni sono alte: nel suo circolo di intimi ci sono attori come Violante Placido e Alba Rohrwacher, tra le sue letture Rimbaud, il sarcasmo intellettuale da fantautore (come veniva conosciuto ai primi del 2000) a colorare brani come Spermatozoi, Casalingo o Io mi rompo i coglioni. Del suo modo di lavorare dice: «Quando faccio un disco semino un campo, quando finisco il tour lo brucio». Stavolta, purtroppo, il cerino gli è scappato di mano.