La Stampa, 9 febbraio 2020
Intervista a Marlene Taschen
Marlene Taschen è l’amministratrice delegata della casa editrice internazionale Taschen, fondata dal padre Benedikt, noto anche come collezionista d’arte.
Perché ha deciso di seguire le tracce di suo padre Benedikt e diventare editrice?
«Da bambina e adolescente ero molto ribelle. Dopo aver studiato psicologia alla London School of Economics ho lavorato come project manager in Inghilterra per The Museum of Everything, il progetto di James Brett. Poi mi sono chiesta: perché non dedicare questo tempo all’azienda di famiglia?».
Come descriverebbe il suo lavoro?
«Mio padre mi ha nominata ad due anni fa. E’ una sfida, perché la nostra società è un’azienda complessa: mi occupo di un team di 240 persone in tutto il mondo. Taschen si fonda molto sulla visione di mio padre, ma è andata oltre. La nostra sede generale è a Colonia, ma abbiamo uffici a Londra, Parigi, New York, Los Angeles, Hong Kong e Madrid».
Lei vive a Londra e suo padre a Los Angeles. Perché?
«Trascorro molto tempo in Germania e in Italia. Il mio compagno è italiano, mia figlia è per metà italiana. Mio padre avviò Taschen, a Colonia, nel 1980 in un negozio di fumetti. La nostra gamma di pubblicazioni è eclettica e va dai libri di fotografia erotica ai cataloghi d’arte».
Qual è il suo ruolo e quello di suo padre?
«Mi sono caricata del lavoro più manageriale ed è stato un bene per mio padre, che ora può occuparsi proprio di fare i libri».
Quanti libri pubblicate ogni anno?
«Circa 40 titoli e ristampiamo in modi e formati diversi libri fantastici, come su Rembrandt, Klimt o van Gogh. Circa 100 all’anno».
Taschen ha realizzato il progetto «Sumo» con fotografie di Helmut Newton, mentre il vostro libro «Goat» era un omaggio a Muhammad Ali. Avete pubblicato anche un’edizione speciale sulle Ferrari, ma realizzate anche libri meno costosi?
«Abbiamo una gamma di prezzi molto ampi, che va dalla serie base di cataloghi a 10 euro al libro sulla Ferrari che costava 25 mila euro. Il grande libro su Newton è stata la nostra prima edizione per collezionisti in formato Sumo. Ha aperto un nuovo segmento di mercato, perché Taschen stava democratizzando i libri d’arte, facendoli uscire dal loro circolo costoso e inaccessibile. Abbiamo offerto un prodotto molto ricercato, perché mio padre aveva capito che, se stampi un grande numero di copie, puoi ridurre il prezzo».
Come descrive Taschen?
«Siamo mainstream, ma ci sono anche argomenti più eccentrici. Arte e fotografia rappresentano il 50-60% della nostra attività, seguite da architettura, design, arredamento, viaggi e lifestyle. I cosiddetti libri sexy, essenzialmente libri di fotografia erotica, rappresentano una piccola percentuale ma hanno reso la società famosa: ci sono libri divertenti come The Big Book of Breasts e The Big Book of Penis (Il grande libro del seno, il grande libro del pene, ndr)».
Che catalogo avete?
«Circa 600 libri: traduciamo in molte lingue e produciamo co-edizioni con partner in altri Paesi».
Dove stampate?
«Molta della produzione è in Nord Italia e le nostre edizioni per collezionisti sono realizzate in un’area da Milano a Venezia, perché le migliore tipografie e legatorie sono tutte vicine».
Quanti negozi avete?
«Tredici. Ne apriremo di nuovi quest’anno a New York e a Madrid e presto avremo un negozio a Tokyo».
Ogni negozio è progettato da un architetto?
«Molti sono progettati da Philippe Starck. Abbiamo lavorato anche con Marc Newson e più recentemente con due architetti italiani, uno dei quali è il nipote di Gio’ Ponti».
Come sopravvivete in un mondo digitale?
«Vendiamo su Amazon ma non il nostro catalogo completo, come le edizioni limitate. Avere i nostri negozi ci aiuta, perché possiamo sviluppare una rete di collezionisti».
I vostri libri sono anche oggetti?
«Abbiamo provato a trasformare i nostri libri in e-book e non ha funzionato. Non si tratta solo del contenuto, ma anche della forma».
Quali progetti avete in programma per i prossimi mesi?
«Nel 2020 ricorre il nostro 40° anniversario e avremo una serie di libri a buon mercato, a un buon prezzo. Pubblicheremo un’edizione anniversario del nostro Helmut Newton Sumo che sarà molto più economica dell’attuale prezzo dell’usato».
Quali libri avete in uscita?
«Peter Lindbergh, Untold Stories, uscirà questo mese, documentando la mostra curata da lui stesso prima di morire. E’ un progetto speciale perché è il suo testamento. Abbiamo un’edizione limitata con lo chef giapponese Yoshihiro Narisawa. E lavoriamo a una monografia con Kengo Kuma, l’architetto dello Stadio Olimpico in Giappone. Abbiamo anche un libro di Mario Testino, Ciao: è il suo omaggio all’Italia. Pubblicheremo un libro con Arnold Schwarzenegger sulle tappe della sua carriera. E ne ha avute diverse!».
Pubblicherete una rivista?
«Si, pensiamo di fare una rivista che rifletta il nostro mondo culturale del momento. Una rivista stampata integrata da digitale, podcast e video».
(Traduzione di Antonella Ciancio)