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 2020  febbraio 08 Sabato calendario

Il mago italiano che strega gli Usa

Non chiamatelo «mago» e non chiedetevi dov’è il trucco. Non immaginate neppure un gioco di carte o un oggetto che misteriosamente scompare e riappare. Lasciatevi invece portare in una storia, fatevi sedurre da un racconto che diventerà incredibile: rimarrete sbalorditi. Perché Stefano l’Incantastorie (al secolo Stefano Cavanna) davvero lascia incantati, fondendo magia e teatro. E con la sua arte, pochi giorni fa, ha conquistato il primo posto all’«Est Coast Spirit Session VI Beach» di Myrtle Beach, nel South Carolina, durante una convention internazionale di bizarre e storytelling magic che lo ha visto come unico rappresentante italiano. 
Due anni fa, nel 2018, era già stato protagonista di un’altra sfida, l’«Hex Factor» di Whitby, Uk. E fu primo premio anche allora.
Torinese di 34 anni con laurea in Giurisprudenza, ha preferito al futuro da avvocato quello di storyteller. Il suo modo di esibirsi è totalmente diverso da un tradizionale spettacolo di magia: trasforma in magiche avventure leggende e fiabe nel quale coinvolge il pubblico, «perché l’obiettivo dei miei spettacoli - spiega - è spostare l’attenzione dal mago al pubblico". La sua platea non è un osservatore passivo, ma protagonista della storia che si racconta».
Alla base delle performance di Stefano l’Incantastorie c’è il mentalismo. Così, ad esempio, alcune persone scelte a caso tra il pubblico possono «trasmettere» col pensiero ad altrettante persone in platea tre luoghi da indovinare. Certo, tecnica e destrezza ci sono. «Ma durante i miei spettacoli – sottolinea - non voglio che il pubblico si domandi "come ha fatto?", voglio che pensi "è incredibile". La differenza è enorme: solo ciò che è "impossibile" diventa magico».
A osservarlo bene nel suo aspetto, Stefano l’Incantastorie pare uscito da un libro di racconti del folklore celtico. Rosso di capelli, mancino. E’ un artista completo: suona, canta, recita. Si aggiorna in Italia e all’estero: «Il teatro - spiega - mi ha aiutato a stare in scena, a portare la voce, a creare l’atmosfera e anche a risolvere gli imprevisti». 
Appassionato di giochi di ruolo e fantasy, membro di Bizarre Magick Italia, della British Society of Mystery Entertainers, ha avuto maestri del calibro di Jeff McBride, Eugene Burger e Paul Voodini. «Ma ho studiato anche con Gandalf e John Constantine», maestri immaginari. 
In questi anni ha reso magiche molte fiabe e racconti celebri. Parte dei suoi spettacoli sono di bizarre magick, una forma di illusionismo centrato su atmosfere gotiche, esoteriche, oscure.
«In Italia – conclude Stefano l’Incantastorie - bizarre e storytelling magic sono ancora poco conosciute, per questo mi piace l’idea di aver portato il nome di Torino e dell’Italia negli Stati Uniti: spero che anche nel nostro Paese ci si appassioni a questo genere di magia».