Corriere della Sera, 8 febbraio 2020
È morto il padre di Meredith Kercher
LONDRA Non c’è pace per la famiglia Kercher, colpita da un nuovo gravissimo lutto, violento e per ora irrisolto. Il padre di Meredith, la studentessa di 21 anni uccisa a Perugia nel 2007, è morto a 77 anni per via di ferite riportate in circostanze che gli inquirenti definiscono inspiegate.
John Kercher, giornalista, autore di diversi libri tra cui uno sul caso della figlia, si è spento sabato in ospedale, a Croydon, dove viveva. Era finito in coma dopo essere stato trovato il 13 gennaio in stato confusionale a pochi metri dalla porta di casa. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, era uscito a fare la spesa. Un vicino ha raccontato al giornale britannico Sun di averlo visto in un negozio della zona: ‘«Pochi minuti dopo era per terra sul marciapiede, nessuno si è accorto di niente. Era una giornata nebbiosa».
Kercher, che aveva riportato una frattura a una gamba e un braccio, non era stato in grado di spiegare cosa gli era capitato. È stato portato in ospedale, ma le cure dei medici non sono bastate. La famiglia – l’ex moglie Arline con i figli John, 43 anni, Lyle, 40, e Stephanie, 36 – ha confermato l’avvenuto con un comunicato: «Gli volevamo tanto bene e ci mancherà moltissimo». La polizia ha lanciato un appello per ulteriori informazioni: le inchieste, sinora, non hanno fatto luce. «Abbiamo parlato con testimoni oculari e consultato le immagini delle telecamere – ha spiegato il commissario Steve Andrews della Metropolitan Police – ma non siamo riusciti a capire cosa gli sia successo». È possibile che sia stato investito da una bicicletta o una motocicletta o che sia rimasto vittima di uno scippo. Le fratture e le ferite alla testa sembrano indicare che l’uomo sia stato urtato con una certa violenza.
Come il resto della famiglia, John Kercher era sconcertato e avvilito dal risultato dei procedimenti giudiziari italiani sull’omicidio della figlia, un caso che aveva fatto il giro del mondo. La coinquilina di Meredith, Amanda Knox, era stata trovata colpevole in primo grado dalla Corte d’Assise di Perugia assieme al fidanzato Raffaele Sollecito e l’ivoriano Rudy Guede. Nel 2011 Knox e Sollecito furono assolti per non aver commesso il fatto dalla Corte d’Assise d’Appello e scarcerati. Dopo un nuovo processo, per il quale Knox era rimasta negli Stati Uniti, il caso era stato chiuso dalla Corte di cassazione, che aveva annullato senza rinvio le condanne e assolto Knox e Sollecito. Per il delitto solo Guede ha servito la pena mentre le circostanze dell’omicidio non sono mai state del tutto chiarite.
Kercher padre aveva subito un ictus nel 2013 e non aveva seguito da vicino gli ultimi sviluppi dell’iter giudiziario. «A migliaia di miglia di distanza guardo sbalordito, senza capire come sia giustificabile di lasciare inspiegata la morte di mia figlia», aveva detto. Oggi la sua famiglia torna a piangere.