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 2020  febbraio 07 Venerdì calendario

Periscopio

Matteo Salvini è il Fregoli della politica, l’uomo divisa. Enrico Bertolino, comico. Circo Minimo.
Ci salveremo solo sostituendo le sedie a carbone con le sedie elettriche. Massimo Bucchi. il venerdì.

L’Enac ha riaperto ai voli cargo tra Italia e Cina. Il coronavirus fa paura, certo. Ma Wish, Amazon e Ali Express incazzati, ne fanno anche di più. MF.

Gli artisti sono i collaboratori più stretti di Dio. Poesia del pittore Emilio Isgrò (Marco Bracconi). la Repubblica.

Spesso i direttori marketing, per non apparire superati, si fanno prendere per il naso da ragazzotti che s’improvvisano influencer. Paolo Landi, comunicatore, esperto di Instagram (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Nella parossistica crescita di Netflix c’è la chiave del suo successo. Mille dollari di azioni del 2007, quando partì lo streaming, oggi ne varrebbero oltre 100 mila. Riccardo Staglianò. il venerdì.

Per il solo fatto di possedere un telefonino siamo quotidianamente geolocalizzati, spiati, monitorati. E grazie alle carte di credito, ogni nostra spesa viene registrata. Con l’abolizione della prescrizione votata da Lega e grillini (e adesso condivisa dal governo rosso giallo) resteremo sotto processo a vita. Una condizione che neanche Franz Kafka osò immaginare. Andrea Cangini. Il Giornale.

A quell’età, nell’adolescenza, si è uguali, ai miei tempi ed oggi, quando solo la tecnologia fa la differenza. C’era più misura, questo sì. Uno parlava e l’altro ascoltava, concetto contro concetto. Oggi si urla troppo, siamo disabituati ad ascoltare. Riccardo Muti (Pietro Visconti). Libertà.

Io da giovane non ero marxista ma marxiano. Ho rotto con Toni Negri quando Toni pensò che il ’68 fosse il preambolo della rivoluzione. Non ho mai avuto nessuna tentazione di lotta armata. Neanche lontanamente. Nemmeno una molotov, come D’Alema. Anzi neanche un sasso. Massimo Cacciari, filosofo (Claudio Sabelli Fioretti). il venerdì.

Discussioni in Paradiso. Come un piccolo fulmine, arriva su un sidecar Amintore Fanfani, il «Rieccolo» della politica italiana: «Basta gossip! La Pira, il nostro sindaco santo, non approverebbe. Inoltre, dobbiamo evitare qualsiasi accostamento tra la nostra Dc e questo signore che si definisce l’Avvocato degli italiani, e che, senza alcuna legittimazione elettorale, è capace di passare in un battibaleno da destra a sinistra. Se mi aveste mandato al Quirinale, io non l’avrei mai permesso». Cossiga: «Ancora quanto rancore, Amintore! Te lo dico per l’ennesima volta: al Quirinale non hanno mai messo cavalli di razza come te, ma solo ronzini come me...». Dalla penombra, rigorosamente vestito di scuro, con due dita di whisky in un bicchiere, interviene Aldo Moro: «Noi veniamo da una rigorosa scuola politica e dall’esperienza della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci), che non è neanche lontanamente paragonabile a Villa Nazareth, pur con tutta la nostra devozione per il suo dominus, il cardinale Silvestrini, che ci sta raggiungendo in Paradiso». Luigi Bisignani. il Tempo.

Come se fosse punto dall’insetto del sonno, il governo Conte II è moscio. Si limita a dirci cosa pensa di sé, provando a giustificare la sua presenza tra noi. Proclama di essere il migliore dei governi possibili e che mandarlo a casa sarebbe un fatale errore. Matteo Salvini è infatti pericoloso. Non lo vogliono a Davos perché fa salire lo spread, papa Francesco rifiuta di riceverlo, l’inquilino del Quirinale lo detesta perché è della fazione opposta. Infine, dobbiamo sentirci fieri di appartenere all’Ue e gioiosi di accogliere immigrati. Concluso il sopraesposto pistolotto, Conte e i suoi ripiombano nel nulla. Giancarlo Perna. LaVerità.

Basta pensare al paradosso (un unicum a livello planetario) che fu messo in scena allora in Italia: dopo la caduta del Muro di Berlino andarono al potere quelli che erano stati sul versante sbagliato. Un’offesa alla storia. E paradosso nel paradosso, lo strumento che fu utilizzato per mettere la classe politica che per 50 anni aveva governato il Paese alla sbarra, fu il reato sul finanziamento illecito ai partiti. Lo stesso reato che appena due anni prima, nell’89, era stato amnistiato, passando in questo modo un colpo di spugna sull’altra faccia della medaglia della politica «sporca» del dopoguerra, cioè i rubli di Mosca concessi al Pci. Augusto Minzolini. Il Giornale.

L’Onu è una sbiadita istituzione impiegata dalle potenze quando, non volendosi esporre, si accordano su come servirsene. E il premier Conte correttamente ci informa che «non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in condizioni di sicurezza e con un percorso politico molto chiaro». Dunque, a lume di candela, non manderemo nessuno. Lucio Caracciolo. la Repubblica.

Pansa, dalla moglie non si è mai separato. E io ho accettato la sua decisione. Non volevo creargli ulteriori problemi. Sapevo che c’erano territori per me vietati; ma sapevo anche che c’erano territori soltanto nostri. Alessandro, il figlio di Giampaolo, la prese male. Ma io ho sempre rispettato «la signora di Milano», come la chiamavamo; e lei ha sempre rispettato me. Adele Grisendi, moglie di Giampaolo Pansa (Aldo Cazzullo). Corsera.

I giovani frequentano di meno la tv, scelgono il web che è veloce; è tutto basato sulla brevità, devi essere folgorante e immediato... Ma far ridere rimane comunque sempre un «mistero», è qualcosa di impalpabile, non c’è una ricetta. Aldo, Giovanni e Giacomo, attori comici (Renato Franco). 7. Corsera.

La mia generazione mi dice Federico Pendin, direttore della cooperativa Dieffe di Noventa Padovana è cresciuta sentendosi dire: vai a studiare perché faticherai di meno e guadagnerai di più. Il genitore cercherà sempre di togliere la fatica al figlio. Bisogna ripartire dall’educazione, dall’idea che la fatica è un dono. Sono venuti da noi due laureati in ingegneria a imparare a fare la birra. Sa qual è stata la cosa più difficile? Spiegarlo ai genitori. Francesco Benati. Tempi.

Con la trasformazione di alcuni suoi quartieri, Milano ha cambiato marcia. Penso all’Isola, ma soprattutto a Chinatown. In Paolo Sarpi (prima della psicosi del coronavirus) anche i bar cinesi sono cool. Però le cose più belle restano quelle nascoste, segrete, i cortili. Mi piace che non vengano sbandierate. Qui mancano le guide al divertimento tipo Time Out. Ci sono però le settimane dei grandi eventi. La Design Week aiuta a scoprire cose belle. La nostra casa è invasa da amici tedeschi. Il record è stato di nove persone. Catharina Lorenz e Steffen Kaz, designer tedeschi da 32 anni a Milano (Stefano Landi). Corsera.

«Così sia». Ma non è mai così. Roberto Gervaso. Il Giornale.