Corriere della Sera, 7 febbraio 2020
L’iceberg entra nell’oceano dopo due anni
Dopo due anni e mezzo alla deriva nelle gelide acque antartiche, l’iceberg A-68 sta per entrare nelle burrascose zone oltre il limite del mare ghiacciato polare, in un oceano battuto da tempeste che sollevano onde alte più di 10 metri. Gli scienziati ritengono che difficilmente il secondo iceberg più grande che si sia mai visto staccarsi dalle piattaforme ghiacciate antartiche possa ancora a lungo mantenere la sua integrità. Anzi, molti si domandano come abbia fatto a restare quasi intatto con la sua superficie di circa 5.800 chilometri quadrati, un’area un po’ più grande della Liguria, senza perdere grandi pezzi lungo la rotta.
L’iceberg si era staccato dalla piattaforma Larsen C tra il 10 e il 12 luglio 2017. Il distacco era atteso e monitorato da anni dai glaciologi del Progetto Midas e dai satelliti dopo che era stata notata un’enorme frattura lungo il margine esterno della piattaforma. Dallo spazio era stato anche possibile misurare le dimensioni dell’enorme massa ghiacciata: altezza variabile tra 190 e 210 metri, di cui una trentina sopra il livello dell’acqua, per un peso totale di circa mille miliardi di tonnellate. Dopo il distacco il blocco lungo circa 200 chilometri ha iniziato a galleggiare nel mare di Weddell e, sotto la spinta dei venti e delle correnti, a dirigersi verso Nord, all’inizio lentamente poi negli ultimi tempi accelerando fino a venire a trovarsi ora alla latitudine di 63 gradi sud.
Non è la prima volta che gli iceberg antartici arrivano a quelle latitudini, alcuni sono giunti nei pressi dell’arcipelago della Georgia del Sud e delle Sandwich Australi, circa 10 gradi più a nord. Oltrepassando la Penisola Antartica è molto difficile però che A-68 rimanga integro. «Sono stupito che le onde dell’oceano non abbiano già ridotto l’iceberg in cubetti di ghiaccio», ha commentato Adrian Luckman, glaciologo del Progetto Midas e docente all’Università di Swansea. «Mi sorprenderebbe ancor di più se rimanesse integro una volta oltrepassata la zona del mare ghiacciato».
A-68 viene costantemente monitorato per la potenziale minaccia alla navigazione, anche se sono poche le navi che si avventurano in quelle acque. Inoltre sono tenuti sotto controllo altri due blocchi che potrebbero staccarsi a breve. Uno, di 300 chilometri quadrati, si trova di fronte al ghiacciaio di Pine Island in Antartide occidentale. L’altro, nella parte orientale, è cinque volte più grande e si trova al margine della piattaforma ghiacciata Brunt: in vista del suo prossimo distacco la base britannica di ricerca Halley ha dovuto essere trasferita in una zona più sicura.