la Repubblica, 7 febbraio 2020
Il lusso di Lvmh è finanziarsi a tasso zero virgola
Essere il leader mondiale del lusso dà privilegi unici. Come piazzare un bond da 9,3 miliardi di euro (la più grande emissione in sterline dal 2016) raccognlierne 27, offrire un tasso (lo 0,05%) che è come non pagare perchè sei solidissimo. Il concetto è questo: sono Bernard Arnault, controllo Lvmh (211 miliardi in Borsa) che nel 2019 ha generato 6,2 miliardi di flussi di cassa e 7,1 miliardi di utili, voglio comprare Tiffany, posso offrire il prezzo maggiore (16 miliardi di dollari e il 30% in più di Wall Street) perché solo io posso realizzare ingenti sinergie e (come se non bastasse) posso finanziarmi a costo zero. Avere scala, controllare griffe che vanno da Fendi a Vuitton, passando per gli champagne, gli alberghi, i trucchi(vende un rossetto Dior al minuto), mi dà accesso al meglio e se metto nel mirino un’azienda, nessuno mi può battere. C’è riuscito François Pinault nel 1999 su Gucci, Ysl e Bottega Veneta, con un duello a colpi di rilanci. Una sfida che oggi com Kering (72 miliardi di capitalizzazione) che vale il 65% in meno di Lvmh, sarebbe dura da vincere. Anche Hermes (per ora) si è salvata solo perché la Francia e le autorità hanno permesso agli eredi Dumas di blindare il controllo senza lanciare l’Opa. Ma per tutte le altre griffe che non hanno un socio al 51%, respingere oggi Lvmh sarebbe una mission impossible.