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 2020  febbraio 07 Venerdì calendario

L’Italia vende due navi all’Egitto

Il governo italiano si prepara a vendere due fregate “Fremm”, le navi più moderne della flotta militare italiana, all’Egitto del presidente Abdel Fatah al Sisi. Il tutto mentre è aperto da 4 anni il contenzioso sull’assassinio al Cairo del ricercatore Giulio Regeni. E mentre l’Italia – almeno a parole – in Libia continua a dire di sostenere il governo di Tripoli del presidente Fayez al Serraj. Lo stesso governo che è sotto assedio militare dalla milizia del generale Haftar, armata e teleguidata proprio dall’esercito di al Sisi.
Come se non bastasse, le due fregate “Fremm”, costruite da Fincantieri in un programma comune con la Francia, non verranno allestite ex novo per l’Egitto, ma saranno prelevate dalla squadra navale della Marina Militare. Le navi da guerra “Spartaco Schergat” ed “Emilio Bianchi” (dai nomi di due medaglie d’oro della Seconda guerra mondiale) sono state appena consegnate alla Marina: la prima nel 2019, la seconda addirittura il 25 gennaio del 2020. Sono la nona e la decima nave da guerra di un programma di rinnovo di vecchie fregate classi “Lupo” e “Maestrale” che per anni sono state la spina dorsale della Marina Militare italiana.
Anche per questo la forza armata ha già iniziato a chiedere spiegazioni al governo, dal momento che non ha ricevuto ancora nessuna assicurazione sul fatto che le due unità verranno rimpiazzate con altre due navi.
L’operazione negli ultimi mesi è stata gestita riservatamente da Palazzo Chigi e da Fincantieri: la presidenza del Consiglio, su richiesta di Fincantieri, ha già autorizzato la Cassa Depositi e Prestiti/ Sace di garantire il credito all’esportazione con 500 milioni di euro, che sono stati approvati da un consiglio d’amministrazione della Cassa.
Il prezzo totale della vendita dovrebbe essere di 1,2 miliardi di euro. Che tra l’altro è un prezzo incredibilmente scontato: l’Egitto aveva già acquistato un’altra fregata “Fremm”, dalla Francia, nel 2015. E quella unità era costata al governo del Cairo proprio 1,2 miliardi di euro, con una serie di servizi e accessori che adesso potranno essere utilizzati anche per le navi in arrivo dall’Italia.
La notizia della trattativa per la vendita delle due “Fremm” italiane ha già creato polemiche in Francia: siti e giornali francesi hanno iniziato ad attaccare il presidente Emmanuel Macron e il suo governo per essersi lasciati sfuggire la commessa. Il presidente viene criticato per aver lasciato degradare il rapporto con il presidente Al Sisi a partire da un incontro che i due hanno avuto nel gennaio del 2019.
Tornando all’Italia, il negoziato italo-egiziano è talmente sgangherato che addirittura il 24 gennaio, alla vigilia dell’anniversario del rapimento di Giulio Regeni in Egitto, il consigliere militare della presidenza, l’ammiraglio Carlo Massagli, aveva convocato una riunione di coordinamento a Palazzo Chigi. La riunione è stata fatta saltare all’ultimo momento perché dal ministero degli Esteri alcuni diplomatici avevano fatto notare al consigliere diplomatico di Giuseppe Conte, l’ambasciatore Piero Benassi, che tenere una riunione del genere proprio alla vigilia dell’arresto di Regeni sarebbe stata un’offesa incredibile per la famiglia.
Come dice adesso un diplomatico in servizio di alto livello, un negoziato gestito in questo modo «è una svendita miserabile di qualsiasi residuo di credibilità politica dell’Italia nei confronti del regime egiziano».