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 2020  febbraio 06 Giovedì calendario

Intervista allo stilista di Achille Lauro

Spudorato e candido, Achille Lauro che si spoglia del mantello e resta con la tutina nude look è il primo vincitore del festival. L’interpretazione di Me ne frego si è trasformata in uno show, impazzano i fotomontaggi. «San Francesco è la prima storia delle quattro che vedrete raccontate all’Ariston. Nasce dalla mia nuova esigenza di portare il teatro come succede già in tutti i miei live», spiega il cantante. «La musica è la mia vita, Sanremo è una grande opportunità per presentare il mio modo di intendere le performance».
Tutto bellissimo, ma Padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco, scrive che rispetta «la sincerità dell’intenzione. Egli stesso fa riferimento alla celebre scena attribuita a Giotto della Basilica superiore di Assisi. Rimane discutibile il modo». Ma chi ha consigliato il cantante malinconico (autore di una delle più belle canzoni d’amore C’est la vie)? Lo stylist Nicolò Cerioni, 36 anni, cura l’immagine dell’artista: ha lavorato a X Factor, con Jovanotti, Favino, e non cerca lo scandalo. Per la prossima apparizione si moltiplicano le ipotesi, fino a Gesù.
Cerioni, ci spiega com’è nata l’idea dello strip tease?
«Abbiamo voluto portare un’immagine apparentemente scioccante ma rispettosa, e piena di significato. Abbiamo lavorato insieme a Angelo Calculli, il manager di Achille che ha una grande visione e ci ha dato fiducia».
Da quanto tempo lavora con Achille Lauro?
«L’ho conosciuto poco meno di un anno fa. Lo seguivo da spettatore, come star della trap. Mi ha affascinato subito perché in lui ho riconosciuto una dicotomia: parla senza filtri della sua vita che è stata dura: è un ragazzo di strada ma sembra un nobile».
Cosa l’ha colpita?
«Mi ha incuriosito l’aria pasoliniana, ma al tempo spesso ha un tatuaggio sul viso con la scritta "scusa". Mi sono tuffato in questa contraddizione, abbiamo scelto un modo forte, elegante, eccentrico di comunicare.
È un look di rottura, il primo di quattro, perché seguiamo un racconto, vedrete. Come per Madonna, la provocazione non è mai fine a se stessa».
Cosa dobbiamo aspettarci?
«Sarà una sorpresa».
Achille non ha avuto dubbi?
«Ci siamo avvicinati a San Francesco guardando le opere di Giotto, altamente simboliche. Lauro si spoglia e si mette a nudo, un gesto umile e potente. Un gesto punk, perché lui lo è. Non è una provocazione, Sanremo è la tappa di un percorso, ma da sempre al festival si sperimenta: penso a Patty Pravo, al pancione di Loredana Bertè a Anna Oxa, Il nostro progetto culminerà il 31 ottobre a Roma, quando si esibirà al palasport in occasione del suo trentesimo compleanno. Per me Achille Lauro potrebbe cantare anche il brano di un neomelodico: il risultato sarebbe sempre sorprendente».