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 2020  febbraio 06 Giovedì calendario

Tasse e burocrazia costano 138 miliardi l’anno

È un peso massimo sull’economia. In grado di mettere al tappeto le imprese con un colpo ben assestato ai bilanci. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, tasse e burocrazia gravano sui conti delle imprese italiane per 138 miliardi di euro l’anno. «Uno spaccato da rabbrividire» che penalizza soprattutto le pmi.Il report dell’associazione mestrina degli artigiani e delle piccole e medie imprese, reso noto all’inizio di febbraio, parla chiaro: a fronte di un gettito complessivo annuo di 81,2 miliardi di euro di tasse versate all’erario, il costo annuo sostenuto dalle imprese italiane per la gestione dei rapporti con la Pubblica amministrazione è di oltre 57 miliardi. Totale: 138,2 miliardi di euro l’anno. Una somma pari all’8% del pil. E un vero e proprio macigno che pesa sull’economia nazionale. «Il governo dovrebbe riflettere su questi dati e cominciare a lavorare per ridurne l’impatto», ha spiegato il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo. «Se, a causa della situazione dei nostri conti pubblici, abbattere il carico fiscale in misura significativa non appare per nulla semplice, una drastica riduzione della cattiva burocrazia, invece, potrebbe essere ottenuta a costo zero o quasi».
La soluzione, per Zabeo, è «ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi e adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia una nemica invisibile difficilmente superabile».
In Italia sono in vigore circa 160 mila norme, delle quali 71 mila promulgate a livello centrale e le rimanenti su scala regionale e locale. In Francia le leggi sono 7 mila. In Germania 5 mila. Nel Regno Unito 3 mila. Secondo un’indagine sulla complessità delle procedure amministrative che incontrano gli imprenditori condotta da Eurobarometro, che raggruppa un insieme di sondaggi per conto della Commissione europea, l’Italia si trova al secondo posto della speciale graduatoria dietro la Romania. Con un dato significativo: per l’86% degli intervistati italiani la burocrazia è un serio problema.
«I tempi e i costi della burocrazia sono diventati un problema che caratterizza negativamente il nostro paese, all’interno del quale coesistono situazioni molto differenziate tra Nord e Sud, nonché tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale», ha sottolineato il segretario della Cgia, Renato Mason. «Nel Mezzogiorno, dove la Pa è meno efficiente, la situazione ha assunto profili particolarmente preoccupanti. Non è un caso che molti investitori stranieri non vengano in Italia proprio per la farraginosità del nostro sistema burocratico, che ha generato un velo di sfiducia tra le imprese private che non sarà facile rimuovere».
Per allentare la morsa di tasse e burocrazia, secondo l’associazione di Mestre, nello specifico occorrerebbe «migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese». E ancora: «Monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi». E ancora: «Consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili, e far dialogare tra loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste».