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 2020  febbraio 05 Mercoledì calendario

Il villaggio Potemkin del plagio

Uno ogni nove deputati che siedono nella Duma, Parlamento russo, fino al capo staff del Cremlino. Poi giudici della Corte, membri d’alto rango delle forze dell’ordine, burocrati. Addirittura undici rettori universitari della Federazione. Uomini al vertice del ministero dei Trasporti. Perfino l’ex ministro della Cultura. L’Accademia russa si ribella contro i copioni al potere che hanno rubato, plagiato o falsificato tesi, articoli e dissertazioni universitarie, ottenendo lauree e titoli di prestigio che non meritavano, mentre sorridevano, mentivano e copiavano.
Il fisico Andrey Zayatkin nel 2013 ha fondato insieme ad altri scienziati e ricercatori “Dissernet, il gruppo che combatte la falsa scienza e il plagio”, una comunità di studiosi volontari che lavora “per ripulire la scienza russa” e pone sotto il microscopio dei controlli incrociati tesi di dottorato o abilitazioni, articoli e lauree, copiate, inventate o comprate. È stato il virus della corruzione scientifica dilagante a sviluppare l’anticorpo etico nel ventre dello stesso sistema universitario, divenuto “teatro dei peggiori vizi umani, vanità e ipocrisia e metodi disonesti”. Alcuni cattedratici, invece di intonare il de profundis tra banchi e libri polverosi, hanno cominciato a unirsi per analizzare lavori e denunciare, uno per uno, i plagiatori. In seguito a un lavoro di ricognizione e indagine scientifica colossale, hanno scoperto che i falsificatori occupavano spesso poltrone di potere nel Paese.
Esempi e paradossi. Igor Igoshin, che occupa uno scranno alla Duma, ha trasformato la sua tesi di dottorato sul commercio alimentare sostituendo la parola “carne” alla parola “cioccolata” di un’altra tesi, che ha lasciato invariata in testo, numeri e virgole. Nella lista dei testi falsificati appaiono tra i nomi degli autori Andrey Andriyanov, membro noto del partito di Putin, Russia Unita; Pavel Astakhov, nominato commissario dei diritti per l’infanzia dal governo, onnipresente nei canali tv; la deputata Olga Batalina; Dimitry Gordeyuk, giudice della Corte di Mosca, che ha denunciato “per danni all’immagine” il quotidiano Novaya Gazeta per aver pubblicato la notizia dal titolo “Vostro il plagio, vostro onore?”. Poi è stato il turno del potente Sergey Naryshkin, direttore dell’intelligence e capo staff al Cremlino. Metà delle pagine della sua tesi di dottorato risulta identica a quelle di altre tesi, ma per i critici nemmeno lui lo sa perché “non ha nemmeno letto il lavoro che ha consegnato”.
Errori analitici o pure invenzioni sono stati contestati dalla Vak, commissione per le alte attestazioni, al candidato Vladimir Medinsky, dottore in Scienze storiche. Risultato: Michail Gelfand, membro Dissernet, che aveva notato i copia-incolla, è stato bandito dalla commissione. Medinsky, ex ministro della Cultura, non ha subito ripercussioni proprio come il presidente del suo governo: Putin è stato accusato di plagio della sua tesi d’economia nel 2006.
Nel mirino degli arbitri imparziali di Dissernet ci sono lavori impuri e “disonesti”, copiati integralmente o parzialmente, datati ma ripubblicati come nuove scoperte, ricerche rubate ad altri o figlie della penna di autori fantasma. Nella faglia universitaria slava che sarà difficile chiudere brulicano venditori e compratori da mercato nero delle tesi stilate in cirillico. “Tesi di dottorato vengono comprate e vendute da anni” e viaggiano senza tenere conto di dogane, conflitti e confini tra Russia e Ucraina. In tutta la Federazione, secondo dati ancora grezzi, le frodi interesserebbero il 4% delle tesi prodotte, pubblicazioni che costituiscono “un villaggio Potemkin, non vengono lette da nessuno”, ha detto Anna Kuleshova, associazione degli Editori scientifici russi. E per il basso salario dei professori corrompere i membri di una commissione che dovrà approvare una tesi fasulla è facilissimo.
La Ran, Accademia delle Scienze russa, ha annunciato di aver revocato 869 articoli scientifici, “il più grande ritiro della storia scientifica russa” secondo la Ras, commissione controllo falsificazione della ricerca scientifica. L’algoritmo digitale creato da Dissernet ha appena trovato nuove 7251 opere dubbie e per gli addetti ai lavori ci sono ricerche ritenute pericolose più delle altre se diffuse: quelle mediche. Tra i casi studiati c’è quello speciale dell’oncologo Yuri Tsarapkin. Il medico ha “adattato” il suo articolo sul cancro al seno ciclostilando i dati di un articolo sul cancro allo stomaco, che si è rivelato plagiato a sua volta da uno studio sul cancro nei ratti.