La Stampa, 5 febbraio 2020
Ronaldo in panchina vale un rimborso ai tifosi
I sogni si pagano, se non si avverano vengono pure risarciti, almeno quelli marchiati CR7. Vedere Ronaldo era il desiderio più grande e non riuscirci nonostante la promessa di averlo davanti, per una partita in una notte di mezza estate, vale un rimborso per danni psicologici. La sua assenza è un trauma.
Un tribunale coreano ha stabilito che perdersi il proprio mito dopo averlo aspettato, spasimato, immaginato è una delusione tanto violenta da meritare 256 dollari di ricompensa più il prezzo pagato per il biglietto, quasi altri 100 dollari. I due tifosi, tanto destabilizzati da fare causa per il mancato spettacolo, hanno vinto e l’avvocato non ha dovuto nemmeno fare troppa fatica. L’organizzazione che ha portato la Juventus in turnée, a Seul, lo scorso luglio si è venduta l’evento nel nome del campione e lui è rimasto in panchina. Fischi, sgomento, frustrazione, lacrime e poi vie legali.
I primi due spettatori hanno fatto giurisprudenza, altri 87 sono in coda e tanti ne seguiranno visto che lo stadio era esaurito ed erano stati venduti quasi 65 mila biglietti per un’amichevole di riscaldamento. Il genere di partita in cui Ronaldo non avrebbe certo regalato rovesciate o colpi di testa supersonici, al massimo polvere di stelle, un’idea di quel che sa fare. Ed è questo che ha riconosciuto la legge: la sola presenza di Ronaldo crea anticipazione, fermento, stuzzica, invita, agita e se poi lui non c’è l’investimento emotivo sfuma. È una sofferenza, una piccola crepa che causa fitte di tristezza e debilita l’umore.
Le ore passate ad aspettare l’idolo, la felicità anticipata e poi non consumata hanno un valore, i cuori infranti vanno riparati. Chissà se la sentenza che obbliga i promoter sudcoreani a pagare si può impugnare per altri stress simili. Quando ti piantano in asso a un appuntamento, quando il party annunciato viene cancellato, quando non rinnovano la tua serie preferita e il programma che pregusti non va in onda, quando l’attesa viene tradita. Infinite volte ogni giorno. Sono tutti traumi, gocce di infelicità che a 256 dollari a botta potrebbero valere fortune costruite sui dispiaceri. Ma le nostre quotidiane disillusioni non sono registrate, non hanno un marchio depositato che può quantificare il prezzo dello sconforto. Tutto quello che riguarda CR7 invece si può calcolare, sempre, persino quando lui non c’è.