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 2020  febbraio 05 Mercoledì calendario

Com’è difficile intitolare una strada a Craxi

Vent’anni dopo la sua scomparsa Bettino Craxi non poteva non risvegliare le due «curve» contrapposte, che in questi giorni si stanno rimpallando con intatta convinzione giudizi e pregiudizi di un tempo. Eppure stavolta è maturata una significativa differenza rispetto al passato. Mentre una parte dell’opinione pubblica – come dimostra il notevole successo del film «Hammamet» – è diventata più curiosa e sta cercando di capire meglio chi sia stato Craxi (senza perciò diventarne simpatizzante), le forze politiche si tengono a distanza. Dicono e non dicono, svalutano e rivalutano a seconda degli umori di giornata. Uno «spread» plasticamente espresso da due eventi: quasi un milione di italiani sono andati a vedere il film di Gianni Amelio, ma il Consiglio comunale di Milano, la città nella quale Craxi era nato 86 anni fa, si è riunito, senza riuscire ad esprimere niente altro che un nulla di fatto.
Il sindaco Giuseppe Sala aveva auspicato un’ampia discussione in città («Venti anni sono un tempo giusto per aprire una riflessione seria»), ma quando finalmente il Consiglio si è riunito per discuterne, il primo cittadino si è tenuto alla larga. Con il centrodestra che spingeva per intitolare a Craxi una strada, il gruppo del Pd si è rinchiuso in un originalissimo agnosticismo, che ha prodotto un rinvio al sindaco: decidi tu. Sala si è risentito con il Pd («gestione discutibile»), coronando così uno di quegli stop and go così tipici di questa stagione politica. 
E d’altra parte qualche giorno prima lo stesso indecisionismo aveva colpito i capigruppo del Senato: il socialista Riccardo Nencini aveva chiesto alla presidente Maria Elisabetta Casellati di ricordare Craxi in aula ma i presidenti di tutti i gruppi (esclusa Italia Viva-Psi) hanno detto di no ad una seduta «ad hoc». Come se il semplice ricordare, nella ovvia differenza di accenti, equivalesse all’apologia di un personaggio che, ovviamente, resta molto controverso.
In questa vicenda l’opinione pubblica sta complessivamente dimostrando di essere più curiosa della classe politica. Complici il film «Hammamet» e la curiosità virale per l’interpretazione di Pier Francesco Favino, attorno alla figura di Craxi si è aperta da alcune settimane una discussione pubblica meno ingessata e più ricca rispetto ai decenni scorsi. Certo, nella «riscoperta» di un personaggio detestato come pochi altri nel dopoguerra, pesa la delusione per l’attuale classe politica e un certo sentimento nostalgico per «quelli di prima».
E d’altra parte, come confermano anche gli eventi più recenti, i tempi non sono maturi per intitolare una strada a Craxi a Milano: quando ci sono di mezzo personalità divisive la comunità cittadina deve essere in grande maggioranza d’accordo, perché in questi casi le forzature sono ingiuste e controproducenti. Ma l’autocensura delle assemblee parlamentari e municipali segnala una sfasatura tra Paese reale e Paese legale: proprio su un personaggio – ironia del destino - che ai suoi tempi apparve ai più un tipico esponente del Palazzo.