la Repubblica, 5 febbraio 2020
L’Inghilterra litiga sulle spoglie di Dickens
pur essendo rimasto incompiuto, perché l’autore morì prima di terminarlo, Il mistero di Edwin Drood, ultimo libro di Charles Dickens, ha avuto lo stesso lunga vita: ne sono stati tratti ben quattro film e una serie televisiva, oltre alla pubblicazione di mezza dozzina di sequel non autorizzati, incluso uno assolutamente delizioso firmato dalla premiata coppia Fruttero & Lucentini (La verità sul caso D). I vari tentativi di dargli un seguito, o meglio un epilogo, vertono sul mistero al centro del romanzo, la possibilità che un cadavere potesse essere nascosto nella cattedrale di Rochester, città nei cui pressi il grande scrittore ha a lungo vissuto e dove spirò, proprio mentre si apprestava a vergare il capitolo conclusivo del libro. Adesso la realtà potrebbe in un certo senso terminare il romanzo per lui, dandogli il finale che lo scrittore aveva desiderato.
In occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della scomparsa di Dickens, nel prossimo giugno, si profila infatti un nuovo tentativo di spostare le sue spoglie dal Poet’s Corner, l’angolo in cui sono sepolti i più grandi poeti e scrittori inglesi all’interno di Westminster Abbey, a Londra, per riseppellirle proprio nella cattedrale di Rochester, dove l’autore de Il circolo Pickwick, Le avventure di Oliver Twist, David Copperfield e tante altre opere entrate nel canone della letteratura occidentale aveva espresso il desiderio di avere il suo eterno riposo.
«Voglio una tomba non costosa e non appariscente nella cattedrale di Rochester, con un funerale in forma strettamente privata», aveva scritto nel testamento. Senonché il diacono dell’abbazia di Westminster, a corto di adeguati eroi letterari per il suo illustre cimitero, con Shakespeare sepolto nella natia Stratford, Thackeray a Kensal Greene, Byron giudicato troppo equivoco, Wordsworth troppo provinciale, le sorelle Brontë giudicate non eminenti a sufficienza, tramò per fare portare il corpo di Dickens a Londra. «Era lo scrittore o addirittura il personaggio più famoso del tempo», ricorda Andrew Sanders, uno dei suoi biografi, «e Westminster Abbey ebbe il funerale di una superstar internazionale».
Sembra improbabile che 150 anni dopo la tomba verrà trasferita, ma il Times – che nel 1870 premette per averla a Londra – rivela un’iniziativa di esperti e seguaci dickensiani per ristabilire perlomeno la verità storica sulle ultime volontà dello scrittore, peraltro già onorato da Rochester con un museo, un festival estivo e un mercato natalizio (essendo Dickens, non per nulla, l’inventore del Natale moderno con il suo classico racconto Canto di Natale).
Nell’ironica novella sul “caso D”, Fruttero & Lucentini danno a un redivivo Hercule Poirot il compito di svelare il mistero: Edwin Drood sarebbe in realtà Charles Dickens medesimo. Se la vita imitasse la fantasia, la cattedrale di Rochester diventerebbe il luogo in cui termina il viaggio dello scrittore, che nel romanzo non fece in tempo ad arrivare alla parola “fine”.