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 2020  febbraio 04 Martedì calendario

Non tutti invecchiano allo stesso modo

Tutti, ahimè, invecchiamo, ma non allo stesso modo: per dire, Lenny Kraviz e il premier Giuseppe Conte sono coetanei. Molto fa lo stress: è stato dimostrato scientificamente che fa venire a mazzi i capelli bianchi. Ma, al di là dei casi limite, il ritmo con cui diventiamo vecchi così come i problemi di salute che subentrano con l’età variano molto da individuo a individuo. Perché?
Se lo sono chiesto i ricercatori della Stanford University School of Medicine, trovando una risposta: hanno dimostrato che ognuno di noi ha un modello biologico di invecchiamento, detto «ageotype». Ma gli «ageotype» non sono infiniti e le vie tramite le quali si sfiorisce sono sostanzialmente quattro: metaboliche, immunitarie, epatiche e nefrotiche.
La ricerca ha coinvolto 43 uomini e donne sani, di età tra 34 e 68 anni, a cui sono stati analizzati una serie di campioni biologici, inclusi sangue e feci, cinque volte in due anni. Gli scienziati, coordinati da Michael Snyder, hanno monitorato i livelli di alcuni microbi e molecole, come proteine, metaboliti e lipidi, e di come mutassero nel tempo. Così è stato possibile costruire profili di invecchiamento dettagliati. «Sapevamo già che esistono alcuni marcatori molecolari e clinici, come il colesterolo alto, che sono più comuni nelle popolazioni più anziane», ha spiegato Snyder a «Nature Medicine». «Ma volevamo capire di più sull’invecchiamento di quanto si possa imparare dalle medie della popolazione. Cosa succede a un individuo mentre passano gli anni? Nessuno aveva mai studiato la stessa persona in dettaglio nel tempo».
Comprendere a quale tipo di vecchiaia siamo predisposti non serve solo a mettersi il cuore in pace. Anzi. Partendo da questi dati, si potrebbero trovare modi per ritardare il processo, ma anche per elaborare una strategia con cui prevenire specifici problemi di salute. Le persone con «ageotype» metabolico, per esempio, possono ammalarsi di più di diabete o mostrare segni di emoglobina A1c elevata, una misura dei livelli di zucchero nel sangue. Gli individui con un «ageotype» immune, invece, possono generare livelli più alti di «marker» infiammatori o diventare più inclini a malattie immuno-correlate.
Però, attenzione: le quattro categorie non si escludono a vicenda. Alcune persone possono essere predisposte non solo a uno, ma a due o più tipi di invecchiamento contemporaneamente, affrontando un rischio combinato per diverse patologie. «L’ageotype è più di un’etichetta. Può aiutare a concentrarci sui fattori di rischio per la salute e trovare le aree in cui è più probabile che si incontrino problemi nel corso della vita. Lo studio, soprattutto, mostra che è possibile cambiare come si invecchia. E in meglio. Iniziamo a capire come questo possa accadere per l’influenza di determinati comportamenti o di abitudini. Ma abbiamo bisogno di molti più partecipanti e di più analisi per rendere la ricerca davvero completa».
Ma, sorpresa, gli scienziati di Stanford hanno fatto anche un’altra scoperta piuttosto straordinaria. Nei due anni durante i quali hanno testato i partecipanti allo studio non tutti hanno mostrato lo stesso cambiamento nei marcatori di «ageotype»: tradotto, vuol dire che non tutti invecchiano uniformemente. Per alcune persone che hanno modificato il loro stile di vita - in particolare in termini di dieta - i marcatori sono persino diminuiti per un certo periodo. No, nessun «effetto Benjamin Button»: hanno continuato a invecchiare e, però, a un ritmo decisamente più lento.
Qui, comunque, i dati sono ancora confusi: c’è stato chi ha visto un rallentamento dell’«ageotype» senza cambiare abitudini e altri che hanno mantenuto per tutti i due anni di osservazione un’andatura di invecchiamento più bassa della media. Snyder ha partecipato anche in prima persona al «trial», analizzando i suoi stessi campioni biologici nel tempo, e con una certa delusione. «Ci sono rimasto male: ho visto che sto invecchiando piuttosto in fretta e, diciamo, sono nella media. Allora ho deciso di iniziare a sfare sollevamento pesi: sono curioso di vedere tra una anno come e se avrà influito». Tifiamo per lui.