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 2020  febbraio 04 Martedì calendario

Il documentario degli Obama sul lavoro in fabbrica

L’ex presidente Barack Obama e la moglie Michelle si affacciano a Hollywood nel ruolo di produttori/distributori con il documentarioAmerican Factory, targato Higher Ground (la loro casa di produzione) e disponibile su Netflix. Diretto da Steven Bognar e Julia Reichert, il doc è candidato all’Oscar (con buone probabilità di vittoria) ed è un progetto di impegno sociale incentrato sui difficili rapporti etici e lavorativi con la Cina. E sugli effetti della globalizzazione sulla classe operaia e sui diritti dei lavoratori.
Il documentario narra le vicende di una fabbrica della General Motors a Dayton, in Ohio, che chiuse nel 2010 lasciando oltre duemila operai senza lavoro. Cinque anni dopo la fabbrica – che costruisce finestrini per automobili – venne acquistata da una grossa compagnia cinese, la Fuyao Glass Company: il temutissimo amministratore delegato, Chairman Cao, iniziò a fare una serie di visite nella fabbrica di Dayton. Ma l’ottimismo iniziale di una fabbrica che riprende vita cede presto il passo a disagi, disaccordi e paure: salari ridotti alla metà del passato, condizioni pericolose di lavoro, insistente dialogo tra management e sindacato, richieste di orari sempre più difficili.La Fuyao pretende che in America si lavori come in Cina: tanti doveri e pochi diritti, sei giorni a settimana, sacrifici in nome dello Stato, straordinari accolti come un onore. Una tortura per gli operai americani, divorati dal dubbio: meglio o la fabbrica chiusa e la disoccupazione forzata? I registi – con l’aiuto di una troupe cinese – seguono Cao e il suo fedele entourage anche in varie visite in Cina, dove le condizioni di lavoro sono assai più estreme che in America, gli operai dicono di vedere figli, mariti o mogli una volta l’anno, hanno sì e no uno o due giorni di riposo al mese. Il management cinese non capisce perché gli americani non possano lavorare nello stesso modo.
Dice Julia Reichert: «Viviamo nella stessa Dayton, e qualche anno fa giunse questa notizia bomba: l’enorme fabbrica della GM, abbandonata, era stata acquistata da un imprenditore miliardario cinese, Chairman Cao, che assume duemila operai americani, ma porta anche operai dalla Cina, che finiscono per diventare i leader della catena di montaggio e dei ritmi lavorativi, ed è qui che sorgono le complicazioni. Un incontro e soprattutto scontro di due etiche del lavoro incompatibili tra di loro». Aggiunge Steven Bognar: «Il tipo di investimento che vediamo nella fabbrica in Ohio sta arrivando anche in Europa, oltre che in Africa e in Asia. È vero, danno lavoro ai locali, ma a quali condizioni? È questa la direzione in cui vogliamo andare?».
American Factory è solo l’inizio della nuova avventura dei coniugi Obama: hanno già prodotto un documentario su un campo estivo per disabili, Crip Camp, premiato allo scorso Sundance, opzionato i diritti per l’autobiografia del “padre” del movimento dei diritti civili Frederick Douglass, tratta dal libroThe Great American Leader (premio Pulitzer) e produrranno una serie tv sull’alimentazione dei bambini intitolato ironicamente Ascolta le verdure e mangia i tuoi genitori.