Corriere della Sera, 4 febbraio 2020
Guerra delle capesante al largo della Normandia
PARIGI I pescherecci francesi devono ormai stare lontani da Guernesey, Alderney e Sark, la convenzione di Londra che dal 1964 garantiva il loro accesso decade con effetto immediato, e le imbarcazioni straniere che vorranno continuare a cercare ragni di mare nella Manica dovranno chiedere un’autorizzazione speciale, valutata e concessa caso per caso.
La prima conseguenza diretta della Brexit arriva con un blocco deciso a sorpresa dal governo dell’isola anglo-normanna di Guernesey, a 50 chilometri dalle coste della Normandia, e i pescatori bretoni e normanni hanno risposto subito: i porti dei villaggi francesi resteranno chiusi alle imbarcazioni britanniche, alle quali verrà impedito con ogni mezzo di attraccare.
La guerra del pesce tra Gran Bretagna e Francia parte in anticipo rispetto al previsto, perché la fase di transizione fino al 31 dicembre 2020 lasciava a Regno Unito e Unione europea il tempo di trovare con calma un accordo commerciale. «La pesca è una delle priorità – ha ribadito ancora domenica il negoziatore della Ue, il francese Michel Barnier —. Non ci sarà alcun accordo globale con Londra se non verrà garantito l’accesso reciproco ai pescatori delle due parti».
Cominciamo male, quindi. Il paradosso è che questo primo screzio tra la Gran Bretagna post-Brexit e la Francia Paese fondatore dell’Unione arriva su iniziativa di un governo che formalmente non fa parte del Regno Unito e non ha mai fatto parte dell’Unione europea: Guernesey è una dipendenza della corona, il sovrano è Elisabetta II nelle sue vesti locali di «duca di Normandia» e gli abitanti sono cittadini britannici ma hanno un passaporto e uno status (anche fiscale) speciale. In quanto legata alla Gran Bretagna l’isola dove Victor Hugo scrisse «i Miserabili» era finora tenuta a rispettare la convenzione sulla pesca del 1964. Ma appena questa è decaduta con la Brexit, il Baliato di Guernsey ha esercitato la sua relativa autonomia e ha sospeso l’accesso ai pescherecci francesi, già protagonisti un paio di anni fa di notevoli battaglie navali – a colpi di scafo – con i rivali britannici per difendere una zona ricca di capesante.
«Nei mesi scorsi le autorità britanniche avevano cominciato a intensificare i controlli e a impedirci di fatto di lavorare. Qualche giorno fa ci siamo ritrovati circondati da quindici barche degli inglesi, che dicevano “ci comportiamo come avete fatto voi francesi durante la guerra delle capesante”», racconta Sophie Leroy, a capo dell’«Armement Cherbourgeois», una piccola flotta di tre pescherecci e 20 marinai. Appena scattata la Brexit, ecco il blocco. «La decisione di Guernesey è precipitosa e non rispetta l’amicizia tra i nostri Paesi», ha commentato Sonia Krimi, deputata macronista della Manica e candidata alle prossime elezioni municipali a Cherbourg.
La storica rivalità locale tra i pescatori diventa adesso un test su scala nazionale ed europea per verificare la possibilità di un’intesa tra Gran Bretagna ed Europa entro la fine del 2020. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, riconosce che le acque della Gran Bretagna sono molto ricche «ma – aggiunge – il Regno Unito esporta il 75% del suo pesce sui mercati dell’Unione europea». Ancora una volta, «noi abbiamo bisogno di loro, ma anche loro hanno bisogno di noi».