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 2020  febbraio 03 Lunedì calendario

Chi è Pete Buttigieg, l'outsider delle Primarie democratiche

La strada verso le presidenziali del 3 novembre 2020 è tutta in salita. Ma la lunga cavalcata delle primarie dem potrebbe presto riservare delle sorprese.

Una di queste potrebbe essere Pete Buttigieg, l’unico vero outsider capace di giocarsi qualche chance di sopravvivere alla prima tornata di primarie che inizia il 3 febbraio con i caucus in Iowa.

Trentotto anni, ex sindaco di South Bend (Indiana), ex veterano dell’intelligence in Afghanistan (prestò servizio nel 2014 mettendosi in aspettativa), gay e felicemente spostato con un insegnante. Il cv di Pete, diminutivo di Peter Paul Montgomery, sembra in linea con il vento che sta soffiando nel partito dell’asinello, aperto a minoranze e sempre più a sinistra. Ma in realtà Buttigieg (si pronucia Boot-edge-edge) si mostra molto più moderato dei più noti Bernie Sanders ed Elizabeth Warren.

Watch Candidate Pete Buttigieg speak — on different fluency levels — French, Arabic, Spanish, Farsi, Italian, Dari and Norwegian.

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— TweetForPete (@TweetForPete2) April 17, 2019 UN MODERATO PER PUNTELLARE IL PARTITO Dato per spacciato ancora prima di iniziare la corsa, l’ex sindaco di South Bend, cittadina da 100 mila abitanti tra Indiana e Michigan, ha mostrato grande preparazione, competenza e lucidità. Parla sette lingue (norvegese, arabo, spagnolo, maltese, farsi, francese e italiano) e ha studiato in alcune delle più prestigiose università del mondo come Harvard e Oxford. “Major Pete”, come si fa chiamare per evitare agli interlocutori errori di pronuncia del suo cognome, è stato eletto sindaco per la prima volta nel 2011 con il 74% dei voti e riconfermato nel 2015 con oltre l’80 delle preferenze. Insieme a Biden rappresenta l’anima centrista del partito. Una figura che dal lancio della candidatura anziché perdere smalto ne ha acquisto sempre di più. In particolare potrebbe riconquistare l’elettorato dem in quel Midwest che nel 2016 ha premiato Donald Trump.

Supporter di Pete Buttigieg a ridosso dei caucuses in Iowa IL PROGRAMMA TRA SANITÀ E RIFORMA DELLA CORTE SUPREMA Rispetto alle posizioni radicali di Sanders e Warren, Buttigieg punta a costruire convergenze tra moderati dem e repubblicani. Non a caso ha accettato l’invito a partecipare a un programma su Fox News, rete vicina al Gop e soprattutto al presidente Donald Trump. I suoi cavalli di battaglia sono principalmente due: una riforma istituzionale che modernizzi in particolare il ruolo della Corte suprema e aggiustamenti moderati per la Sanità, respingendo la proposta di Sanders di una Medicare for all che mira a mandare in soffitta il vecchio sistema sanitario americano. In più di un’occasione ha parlato anche del cambiamento climatico mettendo in luce come la sua generazione si troverà a gestire le conseguenze del riscaldamento globale. Tra gli altri temi a cui si è dimostrato sensibile anche la concessione della cittadinanza ai Dreamers, i figli dei migranti irregolari nati sul territorio statunitense, e l’aumento dei controlli per i possessori di armi da fuoco.

SONDAGGI: OLTRE IL 10% IN IOWA E NEW HAMPSHIRE Al momento secondo il sito Real Clear Politics Buttigieg è al 6,7% nei sondaggi nazionali, ma questo tipo di rilevazione vale poco dato che poi primarie e presidenziali si giocano Stato per Stato. In Iowa all’ultima rilevazione è dato al 16,4%, alle spalle di Sanders (24,2%) e Joe Biden (20,2%). Numeri analoghi anche in New Hampshire dove si vota l’11 febbraio: 14,8% sempre alle spalle dell’ex vicepresidente (16,8%) e del senatore del Vermont (26,3%). Il precorso di Buttigieg però è tutt’altro che semplice. Il suo “centrismo” non attira il voto dei millenials che sembrano preferire le inclinazioni socialiste di Sanders e di riflesso di Alexandria Ocasio-Cortez. Allo stesso tempo potrebbe mancare anche il supporto della comunità afroamericana che guarda con più favore l’ex numero due di Obama, Joe Biden.