Libero, 3 febbraio 2020
Il casalingo che dà consigli alle donne
Un maglioncino piegato male nella cabina armadio può fargli saltare i nervi. Lo rammenda, con le mani lo liscia. Ecco fatto. Ora è a posto. Luca Guidara tira un sospiro di sollievo e si allontana. Soddisfatto, in pace con se stesso. Non c’è nulla di peggio per lui di un panno storto, di una macchia sul vetro di casa, di un pavimento che non è pulito come si deve. La sua giornata comincia così: con una passata per terra. «Ci vogliono dieci minuti ed è fatta». Lo fa ogni giorno, è uno dei dieci comandamenti del pulito. Non sgarra mai, anche perché per lui ordinare e tenere la casa linda non è un noioso obbligo. È la sporcizia a impensierirlo. È qualcosa di fuori posto ad agitarlo. Piccoli gesti, mosse rapide e veloci della sua mano abituata a sistemare tutto fin nel dettaglio. Ci sono le abitudini quotidiane che non tralascia mai e poi gli esperimenti per togliere macchie impossibili, per trovare soluzioni allo sporco più pervicace. La cura dei dettagli, le regole seguite pedissequamente. «Sono maniacale». Se lo dice da solo. Un’attenzione ossessiva al pulito che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di «coach dell’ordine». Non è però una mera questione di nome. Lui a mettere a posto casa lo insegna davvero. Fuori dalla cattedra come invece si faceva un tempo a scuola. Ma in rete, come va di moda oggi e con la potenza dei social che arrivano dappertutto, o quasi. Un anno fa ha mollato il suo lavoro. Il posto fisso come commesso in un negozio a Luca, nato in provincia di Varese, stava stretto. «Ho fatto una pazzia dall’oggi al domani». La fortuna però, si sa, aiuta gli audaci, così il resto della sua storia è quella degli influencer di oggi. Pochi click per aprire un profilo su instagram, qualche foto iniziale pubblicata con scarso successo e poi finalmente la chiave giusta. La pioggia di «mi piace», il numero dei follower ogni giorno in aumento. Adesso è a quota 60mila. Sessantamila persone che seguono i suoi consigli, che gli domandano pareri, che gli mandano foto ogni giorno di abiti sporchi, di dolenti macchie sul divano che non spariscono, di sugo che ha messo le tende su una tovaglia.
POLVERE E SORRISI
È «un cleaning influencer», si dice e gli risulta facile esserlo, perché lui è proprio così. È il ragazzo (ha solo 30 anni), che a cena a casa di amici deve mordersi la lingua per non partire, come un fiume in piena, a distribuire consigli su come è meglio posizionare la tv o su come vanno sistemati in mobili in salotto. Ed è l’uomo, forse, che tutte le donne vorrebbero al proprio fianco: capacissimo in casa, più di loro. Luca, ora, ha scritto persino un libro, appena uscito, un manuale per imparare a pulire casa al meglio, dove sono raccolti tutti i suoi suggerimenti. Home sweet home. Prendersi cura della casa e fare le pulizie non è mai stato così bello, è il titolo (DeAgostini, 224 pagine, euro 15.90). Bando alle ciance, dunque. Vediamo come si pulisce davvero casa. Panni diversi, prodotti specifici, soluzioni a base di bicarbonato o succo di limone e chi più ne ha più ne metta. «Maniacale? Sì, ma fa bene alla casa e a noi». Gli specchi, per esempio. Andrebbero spolverati due volte alla settimana. «Basta un panno catturapolvere», scrive Luca, «ricordandosi di dare una passata anche alla cornice». Non è sufficiente però perché lo specchio una volta alla settimana va pulito in profondità con acqua e alcol. Per essere precisi con 250ml di acqua «calda» e 250 di alcol. Regola che non va bene su tutto. Per la tv, ad esempio, le proporzioni cambiano: 50ml di acqua e 50 di alcol. Per i lampadari va bene usare qualche goccia di sapone per piatti, mentre per i quadri è bene munirsi di panni in microfibra. Sui mobili di ingresso e le armadiature la polvere va tolta una o due volte a settimana.
IN CASO DI PIOGGIA
Il pavimento va passato ogni giorno. E se piove «tenete a portata di mano un tappeto da tirare fuori in caso di piedi bagnati o scarpe infangate». Le scarpe, poi, vanno tolte prima di varcare la soglia di ingresso. «Altrimenti a cosa serve pulire se poi facciamo entrare i germi?», sottolinea Luca, come fosse un’ovvietà. E qui entra in gioco l’aspetto più complicato, al quale nel suo libro ha dedicato un capitoletto apposito: come chiedere ai nostri ospiti di togliersi le scarpe? Per non far trovare i nostri ospiti nell’imbarazzo del classico calzino bucato, sarebbe utile, secondo Luca, servirgli un paio di ciabatte monouso, «pulite» ovviamente. Oppure, soluzione ancora meno sibillina, appendere un cartello alla porta: «Noi aspettiamo fuori» con il disegno delle scarpe. E poi c’è quel vezzo che Luca stesso definisce la sua «piccola mania domestica»: spostare i mobili di tanto in tanto, per avere la sensazione «di abitare in un posto sempre un po’ diverso». O più semplicemente cambiare i colori dei cuscini. Per pulire i sanitari, invece, va seguito un ordine preciso: prima il wc, poi la doccia, a seguire il bidet e infine il lavandino. Non va dimenticato lo scopino per il wc. Non sia mai. «Pulitelo molto spesso, anche tutti i giorni», ricorda Luca. E non è cosa nemmeno tanto rapida: va versato sullo scopino un prodotto ad hoc a base di candeggina che deve agire per 30 minuti e poi, sempre lo scopino, va calato in acqua calda per un’ora. In tutto, un’ora e 30 minuti e lo scopino è di nuovo lindo.