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 2020  febbraio 02 Domenica calendario

Come sfruttare idee astratte nella vita pratica

Dice Aristotele che la salute, fisica e morale, è originariamente una nostra potenzialità; ma, se passiamo anni compiendo scelte sbagliate e abusando del nostro corpo e della nostra anima, quella potenzialità svanisce e non possiamo più recuperare la salute (nel caso dell’anima, la virtù), così come, aggiunge, è in nostro potere lanciare o non lanciare una pietra che abbiamo ancora in mano ma non è più in nostro potere ritirarla dopo averla lanciata. 
Dice Konrad Lorenz che un pulcino d’anatra uscito dall’uovo si legherà alla prima figura semovente che si vedrà vicino, ma trascorso un breve periodo dalla nascita questo legame non si stabilirà più (e non si potrà più alterare). Le cellule staminali sono in grado di evolvere in ogni tipo di cellula, ma una volta presa una direzione non torneranno indietro: si fisseranno in uno schema definito.
Sono esempi di una medesima idea: certe strutture dispongono di notevole apertura per un periodo iniziale della loro storia, ma superato un punto critico la porta si chiude e la libertà si trasforma in destino. È un’idea brillante, come suggerisce la sua applicazione in campi tanto diversi dello scibile.Sono le idee la nostra più grande ricchezza, sono loro a permetterci di capire il mondo e volgerlo in un senso a noi più favorevole. L’idea di una macchina universale, escogitata da Turing come metafora del rigore di una dimostrazione matematica, ha rivoluzionato le nostre abitudini; l’idea che le masse dei corpi modifichino la geometria dello spazio e l’altra idea che l’osservazione modifichi lo stato dell’ente osservato hanno dato luogo a un universo pulsante di vita e di interazione, su cui non spadroneggiare ma con cui dialogare.
Idee così, però, sono rare, il che spiega perché vengano continuamente riciclate e, quando un politico o un «pensatore» propone qualcosa di «nuovo», basti un minimo di cultura e di sensibilità per scoprire da quale rigattiere ha comprato quella merce usata. Se la merce viene adattata a scopi malvagi, mi indigno; ma, più generalmente, mi annoio (anzi, mi annoio pur mentre mi indigno) e allora, evitando le cianfrusaglie dell’accademia e dei comizi, guardo altrove, nella vita vissuta (e soprattutto giocata) dove chi ha occhi per vedere può incontrare piacevoli sorprese.
«Non buttare denaro buono dietro quello cattivo», veniamo ammoniti al tavolo da poker, quando sappiamo di perdere ma vogliamo comunque andare a vedere perché abbiamo messo tanti soldi nel piatto; lo stesso ammonimento sarebbe opportuno per chi rimane legato a un bene tossico o a una relazione fallimentare in cui ha investito molto. Chi non è di mazzo dovrebbe sparigliare le carte, è buona regola a scopone, ma anche lontano dallo scopone: in ogni circostanza, tenere le carte pari avvantaggia chi è di mazzo e controlla il gioco.
Una curva va impostata rallentando sul rettilineo, e va poi percorsa accelerando; non dovremmo impostare in modo analogo le curve dell’esistenza quotidiana? Una barca può raggiungere un obiettivo controvento bordeggiando, cioè procedendo a zigzag; non dovremmo imparare a farlo quando nel lavoro o nell’amore ci troviamo a fronteggiare venti contrari? Quanto possono insegnarci gli stormi di uccelli che volano compatti senza obbedire a un singolo leader, o le termiti che, imbelli come individui, si rivelano in gruppo architetti formidabili? Riconosciamo il sacro di un pasto consumato in famiglia, e lo onoriamo come merita? Apprezziamo il fatto che gli oggetti «materiali» sono quasi totalmente vuoti: che la loro materia consiste in puri rapporti formali? Preferiamo l’efficienza di un manager, ossessivamente concentrato su un compito preciso, o quella di una massaia, che sa gestire insieme una dozzina di compiti, dando a ciascuno il tempo e la cura necessari?
Quando ero bambino dicevo che le cose più concrete sono quelle astratte, e non ho cambiato parere: le idee, con buona pace di Marx, sono gli strumenti più efficaci per portare a casa un risultato, nel bene e nel male. Nel mio settantesimo anno, ho deciso di raccogliere alcuni di questi strumenti, tratti dagli ambiti più disparati, e offrirli ai miei lettori. Ne offro 100, perché nel comune sistema decimale è una cifra tonda (ma non lo sarebbe in un sistema duodecimale o sessagesimale, o binario; e anche questa è un’idea). L’invito è che ognuno aggiunga i suoi, e il libro diventi come uno di quei ricettari da cui traboccano ulteriori ricette scritte a mano.(“100 idee di cui non sapevi di avere bisogno”, Ermanno Bencivenga BUR Rizzoli, Milano, pagg. 221, € 11,25. L’articolo qui pubblicato anticipa i contenuti del volume che sarà in libreria dal 4 febbraio)