Il Sole 24 Ore, 2 febbraio 2020
Prescritto un processo su due
A Roma, in appello, va in prescrizione un processo su due. Un fenomeno che «colpisce maggiormente i processi per cui c’è condanna in primo grado», spiega il presidente della Corte d’Appello della Capitale, Luciano Panzani. Nell’inaugurazione dell’anno giudiziario sono stati illustrati i numeri di questo aspetto legato alla prescrizione. Nel 2019, infatti, «i procedimenti prescritti sono stati 19.500 – continua Panzani – su un totale di 125.000, pari al 15%. Di questi 48% in Appello (7.743) e 10% all’ufficio del gip-gup (7.300), 12% al dibattimento monocratico (4.300), 118 al collegiale (5%)». Panzani, però, ritiene che «sospendere la prescrizione non serva a nulla. Significa soltanto accumulare i processi senza che ci siano le risorse per farli». Il riferimento alle carenze di organico. Le prescrizioni di Roma, ritiene, sono «il risultato del collo di bottiglia a cui si è ridotto l’Appello. Il Ministero ha finalmente previsto l’aumento delle piante organiche». Nella Capitale, dunque, si potrà ambire a ottenere «2.000 sentenze penali in più all’anno, un progresso, ma non la soluzione del problema». Inoltre ritiene utile una «amnistia mirata», ma solo «per per porre rimedio all’arretrato che si è accumulato per i reati minori».
Federico De Siervo, procuratore generale facente funzioni a Roma ha sollevato l’allarme sul ciclo dei rifiuti, gestito a suo parere in modo illecito. «Sono in corso una serie di indagini che riguardano il mondo gestito da Ama (municipalizzata che si occupa di igiene urbana) dalle quali sta emergendo in modo abbastanza chiaro che non c’è segmento di tale attività che non sia stata investigata e gestita in modo illecito».