La Lettura, 2 febbraio 2020
Il «tuffo» di Hockney è già da record
È il sogno californiano dell’inglese David Hockney. Una villa assolata, una piscina. Il protagonista è l’attimo, quella frazione di secondo in cui un tuffo solleva un’onda che si frange in mille schizzi. Persone non ce ne sono, anche se proprio gli spruzzi ne lasciano intuire la presenza. È l’opera The Splash (accanto) realizzata nel 1966 a Los Angeles. Il dipinto di Hockney – con una stima di 20-30 milioni di sterline (23-35 milioni di euro circa) – sarà battuto l’11 febbraio da Sotheby’s a Londra nel corso della Contemporary Art Evening. Una stima che supera di oltre 6 volte i 2,9 milioni di sterline a cui fu venduta, sempre da Sotheby’s, nel 2006. Del resto Hockney (1937) è il pittore che nel 2018 ha battuto il record mondiale per un artista vivente: il suo Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) fu venduto da Christie’s a New York per 90,3 milioni di dollari. Lo Splash che va ora all’asta (dalla forma quadrata e di circa 1,80 metri di lato) fu realizzato dal pittore inglese nel ’66, dopo che, a seguito di una visita in California di due anni prima, l’artista aveva deciso di trasferirsi a Los Angeles, nell’appartamento studio dove ha poi realizzato alcune delle opere più note. Lo spirito californiano, luminoso e libero, così distante per il non ancora trentenne Hockney da quello dell’originaria Inghilterra, è pienamente presente in questo lavoro, parte di una serie di tre splash. L’opera finale, A Bigger Splash del 1967 – la più grande con i suoi 2,4 metri di lato – è una delle più note dell’arte contemporanea e fa parte della collezione della Tate a Londra. A questa, il dipinto ora in asta rimanda da vicino.