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 2020  febbraio 02 Domenica calendario

Clima e pensioni non sono né destra né sinistra

Le parole «destra» e «sinistra» sono ancora usate per definire la linea politica di un partito o di un governo. Viktor Orbán, presidente dell’Ungheria, e Jaroslav Kaczynski, leader del partito polacco Legge e Giustizia, sarebbero destra, mentre Pedro Sánchez, capo del governo spagnolo, e Bernie Sanders, potenziale candidato alla presidenza degli Stati Uniti, apparterrebbero alla grande famiglia della sinistra occidentale. In realtà le due categorie si sono progressivamente allargate per ospitare persone meno facilmente identificabili e diventano, col passare del tempo, sempre più imprecise. Ammetto che in alcuni casi queste distinzioni tradizionali sembrino ancora utili e comprensibili. Sono destra i governi che respingono brutalmente i migranti, limitano il potere della magistratura per consentire ai governi autoritari di aggirare le regole della costituzione, fanno la politica economica che maggiormente conviene ai finanziatori delle loro campagne elettorali. Ma in un mondo che si sta digitalizzando e in cui la democrazia parlamentare sta attraversando una crisi di vecchiaia, diventano sempre più frequenti i casi in cui le definizioni tradizionali sono ormai inutilizzabili. Ecco due esempi.
Il primo è la riforma del sistema pensionistico voluta dal Presidente francese Emmanuel Macron e formalmente approvata negli scorsi giorni dal suo governo. È di destra il tentativo di sostituire ai vecchi sistemi pensionistici (sono 42) una formula che riduce fortemente le diseguaglianze tra le condizioni economiche dei singoli cittadini alla fine di una vita lavorativa? È di sinistra una massa popolare (anche se sostenuta da qualche sindacato) che è composta da persone con interessi diversi e unite soltanto dalla paura del cambiamento? 
Il secondo caso è quello delle polemiche che hanno agitato in questi mesi le società occidentali sul problema della politica climatica. È di sinistra la eloquenza missionaria di una giovane svedese, Greta Thunberg, che denuncia l’inettitudine delle classi dirigenti, ma non dice ai suoi fedeli quali sarebbero gli effetti di una brusca rinuncia alle energie tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) ? È di destra l’infuriata reazione di un Presidente americano per cui le denunce degli ambientalisti sono soltanto manifestazioni di isterismo e febbri apocalittiche?Fortunatamente, durante gli incontri del World Economic Forum a Davos, Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha sollecitato politiche fiscali e regole politico-amministrative che favoriscano gli investimenti nella tecnologia verde. 
Solleciterebbero le industrie ad essere più ambientaliste, ma avrebbero anche l’effetto di aumentare la crescita e di spingere il tasso d’inflazione verso i livelli inutilmente fissati sinora dalla Bce. Il piano di Christine Lagarde non è né destra né sinistra. È soltanto buonsenso.