La Stampa, 1 febbraio 2020
I pericoli del coronavirus spiegati da Roberto Burioni
Senza inutili allarmismi ma nemmeno facile ottimismo, il virologo Roberto Burioni ci aiuta a distinguere le fake dalle verità scientifiche sul coronavirus.
Si può parlare di focolaio di infezione da coronavirus in Italia?
«No. Per ora abbiano solo due casi prontamente isolati. Per parlare di un focolaio dovremmo avere casi di "infezione secondaria", ossia di persone che hanno contratto il virus senza provenire dalle zone dove in Cina è propagata l’epidemia».
Basta isolare le persone contagiate per impedire che l’infezione si propaghi?
«E’ l’unico modo di proteggerci dalla diffusione del virus. Ma occorre ricordare che, nonostante il rischio sia basso, la trasmissione può avvenire anche da persone che non hanno alcun sintomo perché ancora nella fase di incubazione. Per questo è importante identificare al più presto chi ha avuto contatti stretti con la persona contaminata e tenerla in isolamento e sotto osservazione fino all’esito negativo del test».
Gli epidemiologi dicono che tra un mese in Cina i casi inizieranno a diminuire.
«Non ne siamo certi, perché i numeri dell’infezione che provengono dalla Cina non sono affidabili. Per ora sappiamo che ogni persona colpita dal virus infetta mediamente 2,2-2,4 persone. Per far arretrare l’epidemia occorrerà bloccare circa il 70% delle infezioni in corso. In tal modo ogni contagiato infetterà meno di una persona e a mano a mano l’incendio inizierà a spegnersi. Ma è presto per dire quando».
Il coronavirus 2019-nCoV è meno pericoloso di quello che fece 800 morti con la Sars?
«No. Questo coronavirus è piuttosto contagioso, pur avendo un tasso di mortalità del 3%, più basso della Sars che era del 10%. Ma è sbagliato giudicare solo da questo la sua pericolosità. Il virus della rabbia, ad esempio, ha una mortalità del 100% ma per la comunità non è così pericoloso perché i casi sono molto rari. L’influenza spagnola fece 17 milioni di morti: il suo tasso di mortalità era solo del 2%, ma ebbe alta diffusione. Non bisogna fare inutile allarmismo ma nemmeno abbassare la guardia".
Il contagio può avvenire anche solo toccando una persona infetta?
«Sì, perché dopo aver starnutito o tossito sul suo corpo possono depositarsi goccioline minuscole di saliva e se noi tocchiamo quella persona e poi portiamo le mani alla bocca ci esponiamo a rischio di contagio. Per questo è importate lavare spesso e bene le mani».
Il virus si può trasmettere mangiando cibo cinese, in particolare se crudo?
«La trasmissione avviene sempre per via respiratoria e mai attraverso il cibo, anche se crudo. Andiamo serenamente al ristorante cinese...».
Avere contatti con persone cinesi può essere pericoloso?
«No. I cinesi in Italia sono esposti come tutti gli altri al pericolo di contrarre il virus, che non bada a razza e colore della pelle e che comunque da noi non ha generato alcun focolaio di infezione".
E’ utile vaccinarsi contro l’influenza?
«Sì, non perché immunizzi anche dal coronavirus ma per il fatto che proteggendoci dall’influenza, che dà sintomi simili, il vaccino consente di non generare confusione».
Le mascherine aiutano a proteggersi?
«Non forniscono alcuna protezione dal coronavirus. Servono a non far diffondere il virus da parte di chi lo ha già contratto».
Sarà un nuovo vaccino a fermare l’epidemia?
«Non è detto che lo si trovi e comunque ci vuole tempo per svilupparlo e commercializzarlo. La migliore arma per fermare l’epidemia è isolare chi ha contratto il virus. Che è quanto si sta facendo in Italia e nel mondo».