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 2020  gennaio 31 Venerdì calendario

Quanto valgono le opere d’arte realizzate dai robot?

I grandi collezionisti cominciano a interessarsi alle opere realizzate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (Ai). E le isituzioni si stanno interrogando se devono avvicinarsi all’Ai attraverso le opere che la ricordano o ne sono il frutto. Le vendite all’asta fanno ancora fatica. Il mercato è restio all’idea di promuovere delle lavori che hanno una composizione elettronica, immateriale, perché vengono sviluppate online. E questo per questioni legate alla durata delle opere. Christie’s non ha previsto nell’immediato vendite all’asta dedicate alle opere create dai robot. Ma il team del magnate collezionista francese, François Pinault, non esclude che questa tecnologia possa conoscere lo stesso destino della fotografia. Sviluppare oggi questi strumenti è costoso e richiede competenze specifiche per utilizzarle, ma domani saranno più largamente diffuse, ha riportato Le Monde.Per questo nell’ottobre 2018 il mondo dell’arte è caduto dalla sedia alla notizia che il quadro Ritratto di Edmond de Belamy, prodotto dal collettivo Obvious con l’ausilio dell’Ai, è stato aggiudicato per più di 390 mila euro a New York. L’opera non è una pittura da cavalletto, ma una riproduzione stampata di una immagine ideata da un algoritmo a partire da un corpus di 15 mila opere esistenti, secondo quanto ha riportato Le Monde. Il prezzo pagato per aggiudicarselo supera di gran lunga il totale di 98 mila dollari raggiunto dall’asta per motivi di beneficenza per 29 opere prodotte dall’intelligenza artificiale e vendute da Google nel 2016. Ed è ancora più sorprendente perché l’opera del robot, Ritratto di Edmond de Belamy, non presenta nessuna qualità artistica né un miglioramento tecnologico. Obvious non ha ideato l’algoritmo e ha utilizzato il procedimento di apprendimento automatico messo a punto nel 2014 dal ricercatore specializzato nell’Ai, Jan Goodfellow.