Il Messaggero, 30 gennaio 2020
Crollano i controlli dell’Inps, mancano gli ispettori
Dal 2012 al 2019 le ispezioni dell’Inps sono diminuite dell’80 per cento. Lo scorso anno sono state controllate solo 14 mila aziende contro le 80 mila del 2012 e di queste ne sono state sanzionate 12 mila per irregolarità. Risultato, nel 2019 gli accertamenti hanno permesso di recuperare 873 milioni di euro. Ovvero circa 200 milioni in meno rispetto a sette anni prima. A lanciare l’allarme è stato il presidente dell’Istituto di previdenza Pasquale Tridico nel corso di un’audizione davanti alla commissione Lavoro di Montecitorio. Secondo il professore di Politica Economica la brusca frenata dei controlli non è dovuta a un calo delle irregolarità ma al numero sempre più risicato degli ispettori che è possibile sguinzagliare sul campo al fine di stanare i furbetti. Erano oltre 1.500 nel 2012, mentre adesso sono 1.083, un terzo in meno. A ben vedere, però, in media la quota di evaso accertata in un anno dai singoli ispettori risulta in aumento.
Le sanzioni inoltre sono sempre più salate. Nel 2012, infatti, le aziende irregolari scovate dagli ispettori erano state 59 mila, dunque in media ogni accertamento aveva permesso di recuperare circa 18 mila euro, mentre nel 2019 l’asticella è salita a quota 72 mila euro, a fronte delle 12 mila aziende irregolari stanate dagli ispettori per 873 milioni di contributi evasi complessivi. Il presidente dell’Inps ha anche chiesto una deroga per il ruolo a esaurimento degli ispettori che consenta al suo istituto di fare nuove assunzioni. La sua ricetta, insomma, è semplice: più ispettori ci sono e meglio è. Tuttavia, il fatto che nel 2019 sia stato possibile recuperare quasi 900 milioni di euro di evasione contributiva nonostante il sistema di vigilanza dell’Inps non possa più contare sull’esercito di un tempo fa riflettere. Già perché l’efficacia dei controlli non sembra essere messa in discussione dai numeri snocciolati da Tridico davanti alla commissione Lavoro della Camera. Anzi, l’impressione che emerge da un’analisi più attenta è che i 1.083 ispettori dell’Inps del 2019 lavorino meglio dei 1.510 del 2012.
LA RIORGANIZZAZIONEOggi ogni ispettore Inps accerta in media oltre 800 mila euro di evaso all’anno, contro i circa 730 mila del 2012. Il presidente dell’istituto di previdenza però non è d’accordo: «Bisogna dare facoltà assunzionali all’Inps nell’ambito delle proprie risorse». Il problema è che dopo che è stato riorganizzato il settore della vigilanza con l’istituzione nel 2017 dell’Ispettorato nazionale del lavoro, i fondi che prima erano dell’Inps e dell’Inail hanno incominciato a essere risucchiati dall’Inl. L’ispettorato nazionale del lavoro oggi ingloba le attività di vigilanza prima svolte da ministero del Lavoro, Inps e Inail, conta 74 sedi territoriali sparse per l’Italia e ha una dotazione organica di poco superiore alle 6 mila unità. La nascita dell’Inl, secondo molti addetti ai lavori, ha creato più problemi che altro, generando sovrapposizioni di competenze e duplicazioni delle attività ispettive. I controlli ispettivi sulle aziende si dividono principalmente in tre. I 1.083 ispettori Inps si occupano del pagamento dei contributi, gli ispettori del ministero del Lavoro contrastano le irregolarità nei contratti mentre quelli dell’Inail vigilano sulla sicurezza dei lavoratori.