ItaliaOggi, 29 gennaio 2020
Periscopio
Aspettare a petto in fuori stanca. Dino Basili. Uffa news.
Per tutta la vita ho inseguito una passione e mi sono rovinato la schiena per andare al massimo, per essere il migliore. Ho fatto campagne elettorali per quattro governatori della Sardegna e me ne sono anche pentito amaramente. Gavino Sanna, pubblicitario. (Paolo Baldini). Corsera.
Un ragionamento dura almeno due minuti e uno slogan tre secondi. E quando di fronte c’è l’esercito della rabbia, diventa dura per il ragionamento avere la meglio. Pietro Visconti. Libertà.
Luigi Di Maio avrebbe dovuto studiare di più e avrebbe fatto meglio a dimettersi da ministro degli esteri anziché da capo del M5S. Dopo le lezioni politiche, Di Maio si è fatto prendere dalla voglia di fare quattro cose insieme. Capo del M5S, due ministeri e la vicepresidenza del consiglio. Non ce l’avrebbe fatta nemmeno Churchill, Adenauer o De Gaulle. Domenico De Masi, sociologo del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma. (Domenico Di Sanzo). il Giornale.
Gli emiliani che hanno votato Borgonzoni non pensano necessariamente che sarà un presidente migliore di Bonaccini. Esprimono un’insofferenza verso un sistema imperniato su una visione collettiva della società, il cui perno è il Partito. «Il socialismo è il capitalismo amministrato da noi», disse un comunista emiliano a Giorgio Bocca. Ma la società italiana, compresa l’emiliana, è molto diversa da quella in cui il Pci superava il 50% perché pure nell’Emilia un tempo rossa prevalgono le pulsioni individuali su quelle comunitarie. Lo si può chiamare anelito di libertà, o rifiuto delle regole (regionali, nazionali, europee); ma è lo spirito del tempo. Le Sardine, o il partito nuovo vagheggiato da Zingaretti, possono opporgli resistenza; non cambiarlo. Aldo Cazzullo. (Corsera).
Matteo Salvini è stato protagonista di un passo falso (la rottura del governo gialloverde nell’agosto scorso) ma non è finito nel cono d’ombra come molti suoi predecessori di vari partiti, e men che meno ha imboccato il tunnel dell’uscita di scena. Oggi sta vivendo la fase del Salvini 2.0. Il quesito che lo riguarda adesso è: «Può un leader camaleontico in servizio comiziale permanente, rivelarsi un uomo di stato e di governo all’altezza?». Annalisa Chirico, Stelle cadenti. Piemme.
A Genova stiamo realizzando una cosa straordinaria: costruire il nuovo ponte in tempi record. Ma riusciamo a rispettare questi tempi solo perché tutti remano nella stessa direzione. Solo con questo spirito l’Italia riuscirà a compiere un salto nel futuro. Pietro Salini, a.d. di Webild. Corsera.
Il marchese del Grillo non voleva pagare il lavoro dell’ebanista Aronne Piperno perché, diceva: «Tu sei giudeo, e i tuoi antenati falegnami hanno fabbricato la croce su cui è stato inchiodato Nostro Signore Gesù Cristo. Posso esse’ ancora un po’ incazzato?». Una logica stringente. Mattia Feltri. La Stampa.
Ogni tanto costruisco ospedali per bambini poveri africani, e una volta che sono andato nella giungla a trovarli erano tutti davanti a dei grandi televisori cinesi deve si vedevano persino le reti Mediaset. Silvio Berlusconi. (Ugo Magri). La Stampa.
Dal punto di vista politico la commemorazione di Craxi ad Hammamet rappresenta molto per noi di Italia viva. Le forze riformiste di questo Paese possono essere l’ago della bilancia della vita politica. E valgono un 20% dell’elettorato. A destra ormai sono minoritari rispetto al sovranismo di Salvini e della Meloni. Però con queste forze il dialogo è possibile e auspicabile. Davide Faraone, capogruppo al senato di Italia viva. (Pier Francesco Borgia). il Giornale.
La democrazia diretta è una favola e non c’entra niente essere pro o contro Rousseau, intendo il filosofo, non la piattaforma che mi pare una mezza truffa. C’entra il fatto che una società la governi con i corpi intermedi, ascoltando quello che la società ha da dire. Luciana Castellina, fra i fondatori de Il Manifesto. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
«Padroni in casa propria» è un’espressione démodé finita alle ortiche. Per la Cassazione, Carola Rackete fece benissimo ad attraccare a Lampedusa nel luglio 2019 speronando una nave militare. Non c’è sovranità nazionale che tenga, ragionano le toghe illustri, se un manipolo di immigrati desidera piantare le tende in Italia. L’essere in balia del mare prevale su qualsiasi legge gli italiani si siano dati. E non c’è barba di ministro (l’ex del Viminale, Matteo Salvini, nel caso specifico) che possa muovere un dito per farla rispettare. Se ci prova, si becca la galera. Nemmeno può pretendere, sia chiaro, che Rackete traghetti i naufraghi nella più vicina Tunisia, come farebbe se naufragassi io. Gli immigrati vogliono il Belpaese e vanno serviti à la carte. Così la Cassazione, che fu proverbiale sinonimo di saggezza. Giancarlo Perna. LaVerità.
Ho sempre creduto in Dio, ma non sono religiosa. Mia madre era assolutamente agnostica, completamente non religiosa e in punto di morte non ha cambiato idea. Io invece ho sempre dei grandi punti di domanda. Con mio fratello abbiamo fatto la comunione, poi la cresima l’ho fatta tardi. Purtroppo, tutte le cose più brutte e violente al mondo nascono sempre dalle guerre religiose. La religione è un motivo, non di unione, ma di violenza, si pensi all’Isis eccetera. Io ho vissuto in Libia un mondo arabo completamente sereno dal punto di vista delle idee religiose e del rapporto tra le persone, un meraviglioso mix di cultura e di armonia. Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata. (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.
Quando scoppiò la guerra mi ero laureato da otto giorni in Filosofia, con una tesi sull’estetica di Benedetto Croce. Il relatore, che pure mi aveva dato 110 e lode, mi disse: «Lei l’ha distrutta senza costruirne una sua». Pensai: «Mi dia tempo, ho solo 20 anni». Sergio Lepri, per 30 anni direttore de l’Ansa, ha cent’anni. (Concetto Vecchio). il venerdì.
Incatenato ai banchieri, Carlo V è in affanno sulle rate. E i Fugger, suoi finanziatori, battono cassa senz’ombra di timori reverenziali. «Maestà, se faccio sapere che lei è insolvente, col mercato dei prestiti ha chiuso», gli scrive Jacob. «Lei sta parlando all’imperatore», gli risponde piccato il sovrano. E il finanziere gli ricorda una cosetta semplice, semplice. «È ben noto che senza di noi, Vostra Maestà non avrebbe potuto ottenere la corona imperiale». Ergo: «La nostra rispettosa richiesta è... che venga calcolato l’ammontare che vi abbiamo procurato, compresi gli interessi, e che ci sia restituito senza ulteriori ritardi». Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.
Greta: l’enfant prodige dell’utopia. Roberto Gervaso. il Giornale.