il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2020
Margherita Panziera, la regina del dorso
Mentre incede a bordo vasca con la musica nelle cuffie, altera e bellissima, distaccata e quasi assente, con i capelli biondi conciati all’indietro ancora un po’ madidi, la nuotatrice Margherita Panziera ricorda con fulminante realismo la nobildonna medicea Giovanna Tornabuoni, nell’etereo ritratto che le fece il pittore fiorentino rinascimentale Domenico Ghirlandaio. Toglie le cuffie: ascolta soprattutto pop dance. Lady Gaga, Nicki Minaj e Britney Spears. Le danno la carica.
Non toscana come la dama Tornabuoni, ma veneta di Montebelluna, agli Assoluti di nuoto di dicembre 2019 di Riccione (i campionati nazionali), Margherita si è qualificata per le Olimpiadi di Tokyo 2020 nella disciplina dei 200 m dorso. “Ai Campionati del mondo 2019 di Gwangju, arrivare quarta con soli 5 centesimi di distacco dal bronzo mi aveva lasciato l’amaro in bocca”, rivela, seduta di fronte a un tè caldo qui accanto alla foresteria della struttura di Aniene, che ospita i nuotatori azzurri fuori sede. “Qualificarmi per Tokyo mi ha resa contentissima, ma soprattutto – lo confesso – sollevata. Per Rio de Janeiro mi ero qualificata soltanto due mesi prima e avevo vissuto l’intera stagione con un po’ d’ansia. E sono anche fiera di aver realizzato un tempo migliore dei Mondiali in Corea.”
Classe 1995 e 1,80 m di altezza, Margherita è ligia ai suoi duri allenamenti settimanali e coltiva con fedeltà il suo rapporto con l’acqua: “Al mattino, mi sveglio alle 7, e alle 8 sono già a mollo. E poi, dopo la pausa pranzo, mi rituffo anche al pomeriggio. Per un nuotatore è fondamentale stare a contatto tutti i giorni con l’acqua, necessario direi. Se ci sto lontana anche solo un giorno, me ne accorgo, mi manca qualcosa, sento di andare a vuoto. È come se, camminando, rischiassi a ogni passo di inciampare. L’acqua è il mio elemento.” Non segue diete ferree perché ha la fortuna di avere una costituzione magra, ammette ma subito precisa sardonica: “Però è pure vero che maciniamo la media di tredici chilometri al giorno in piscina”. E per questo è fedelissima anche alla pasta: “La mangio tutti i giorni. Non esiste che mi tolgano la pasta.”
Studentessa di Marketing – “con una buona media,” aggiunge – sogna un futuro nello sport magari dietro le quinte, nell’ideazione e organizzazione, e magari fondendolo a un’altra sua passione, la moda. Nel riavvolgere il nastro della memoria, racconta i suoi esordi col nuoto e l’impatto con l’agonismo con saggia umiltà: “Da piccola avevo la tendenza alla scoliosi, così mia madre mi portò a nuoto. Nel 2013, quando avevo 17 anni, arrivò la prima convocazione in nazionale, ma io lo prendevo solo come un divertimento. Erano i miei genitori ad essersi appassionati più di me. Nel 2014, arrivò il primo oro agli assoluti”. E di lì, Margherita sarà la regina incontrastata dei 200 m dorso. C’è però anche un po’ d’incertezza nel suo racconto: “Ogni volta che raggiungi un traguardo, c’è sempre il successivo, non sei mai soddisfatto. Ho avuto i miei alti e bassi. Essere in nazionale è sempre stato un orgoglio, ma vedere gli altri vincere mi invitava a pormi delle domande sul mio reale talento. Tanto che più di una volta mi sono detta ‘ora mollo’. Finché ho capito che l’allenamento in vasca è nulla senza il lavoro mentale. Senza quel costante pensare al limite da superare giorno dopo giorno. Lì sono riuscita a sbloccarmi”. Così, nel 2018 arriva la prima medaglia d’oro europea a Glasgow, che viene confermata nel 2019.
Per il resto, Margherita è una campionessa un po’ naif. S’imbarazza di fronte ai complimenti, e non le piace farsi fotografare. Pur essendo un’atleta professionista, ha passioni da nerd sfegatata: il cinema fantasy, con una predilezione per i supereroi. In più legge tantissimo: gialli, thriller e mistery–crime, oltre ai manuali di economia e marketing per l’università. Ma non si può escludere sia anche un’accanita lettrice di poesia poiché quando parla delle sue aspettative rispetto alle venture Olimpiadi, le si infiamma una tale passione e insieme una tale reverenza, da dire: “Nel nuoto non ci sono certezze, tutto può succedere e tutto dipende da te”. Che è un altro modo di ricordare l’unico verso dichiaratamente autobiografico del poeta russo Osip Mendel’stam: “Su di me, non ho che indizi, nessuna verità”. E dove la condurranno gli indizi su Tokyo, lo scoprirà Margherita stessa: la nuotatrice che da piccola voleva fare la detective.