The voice of Italy a Secondo Costa , in cui si è più messo a nudo — la sua ironia e il suo stile. Aristocratico pop, laurea in Filosofia al King’s College a Londra, comico o malinconico a seconda dei casi, dall’11 febbraio su Rai 2 (coprodotto con Banijay Italia) guida l’ottava edizione di Pechino Express. Le stagioni dell’Oriente .
«Sono felice», racconta, «abbiamo reso il gioco più divertente, più competitivo e avventuroso. C’è stato un cambiamento radicale: i concorrenti sono più assatanati. E c’è più cattiveria, specie da parte mia».
Quando mai è stato buono?
«Io sono buonissimo. La mia cattiveria è ironica. Ma a parte le trovate divertenti, la perfidia condisce il programma. Abbiamo reso più difficile la vita dei concorrenti, si svegliano prima, corrono di più, fisicamente è massacrante. Sono il loro sergente, devono rispettare le regole e si arrabbiano. Emozioni sulle montagne russe».
Avete registrato parte del gioco anche in Cina. Che effetto le fa vedere che ora il paese è blindato per il coronavirus?
«È chiaro che quello che sta succedendo preoccupa e rattrista.
D’altra parte sono preoccupanti anche gli effetti secondari di questi eventi: diffidenza, chiusura, allarmismo. In quest’ottica sono felice che il programma, in contrasto col clima cupo, contribuisca a mantenere viva un’immagine della Cina positiva e affascinante, è un paese da visitare e amare» .
Ci racconta l’itinerario?
«Partenza epica dalla costa sud ovest della Thailandia, caldo tremendo, fatica pazzesca anche per me che dovevo solo presentare. I concorrenti iniziano già a pezzi, passiamo dalla giungla ai templi buddisti. Si arriva a Bangkok, attraversiamo tre province della Cina, dalle montagne alle distese di case popolari alla Blade runner . Le coppie semifinaliste arriveranno in Corea del sud, tappa finale Seul. Un reality così sulla tv generalista ha un valore in più».
Perché?
«Perché fa vedere il mondo e apre la mente. Siamo provinciali, troppe polemiche casalinghe. Pechino Express è una boccata di aria fresca, ti fa conoscere società più moderne e ricche della nostra. Il mondo guarda al futuro. Quando sono arrivato a Seul uno degli autori all’aeroporto è stato avvicinato da un robot che chiedeva: "Hai bisogno di trovare la valigia o andare al bagno?". E il robot lo ha accompagnato alla toilette».
Spaventoso.
«Molto comodo».
Come ha trovato Asia Argento?
«In grandissima forma. Non immaginavo che fosse cosi sportiva. Mentre l’amica Vera Gemma, non lo è. Si vedrà il contrasto».
La tv italiana è vecchia?
«La tv dovrebbe cambiare continuamente. Invece di ripescare Pasolini o Totò scopriamo chi sono le nuove star delle soap sudamericane. Siamo un paese arroccato al passato».
Veramente Pasolini era modernissimo e aveva previsto come sarebbe cambiata la società.
«Viviamo in un mondo globale e bisogna competere, siamo piccoli.
Dobbiamo metterci al pari delle nazioni che producono lavoro. A Singapore gli assistenti sociali vanno a domicilio dagli anziani per insegnargli come usare Whatsapp».
Se potesse scegliere, cosa farebbe in tv?
«Rifarei Secondo Costa . Poi mi piacerebbe un programma della tv francese, Les enfants de la télé , per far vedere le tv di tutto il mondo, con i mostri dal Giappone alla Russia dove fanno reality violentissimi».
Senza limiti?
«Non ho mai amato la gogna pubblica, difendo la libertà. Si scandalizzano tutti per qualsiasi cosa. Altro che avanguardia, alla Tate di Londra c’era una mostra di William Blake, poeta e illustratore, con gli avvisi: "Attenzione questi disegni potrebbero turbare la vostra sensibilità"».
Che altro fa, oltre a visitare le mostre?
«A marzo sarò su Amazon Prime con
Celebrity hunted , reality in cui scappo insieme ad altri personaggi, inseguito dalla polizia. C’è anche Totti. Sto scrivendo un libro, La religione del lusso , spiega come è cambiata la società, mette a nudo aspetti ridicoli della politica e racconta meravigliosi personaggi come Halston e Farah Diba. La ricchezza ha il suo perché. Oggi sono nello stato mentale di non aver nulla da mettermi, una situazione da cui, mi creda, non si sfugge».
Avrà gli armadi pieni, è così dimagrito.
«Mi vedo tanto brutto. Gli uomini come me non posso mettersi la maglietta come Totti».
Totti è Totti. È sempre inquieto?
«No, in questo periodo sto bene. Sono stato in Kerala per le cure ayurvediche, mi sono scoperto fricchettone».
Conosce la corte inglese, che pensa della fuga di Harry e Meghan?
«Che hanno fatto benissimo a trasferirsi in Canada, scelta saggia di libertà. Sarò dietrologo, ma penso che ci sia anche dell’altro: dallo scandalo Epstein usciranno cose spaventose e loro lo sanno».