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 2020  gennaio 26 Domenica calendario

L’autografo di Craxi vale 350 euro, quello di Togliatti 200

Tutto ha un prezzo: anche la storia d’Italia. Le sue carte ingiallite dal tempo e la firma degli uomini che hanno edificato, protetto, governato, a volte derubato e tradito lo Stato. L’autografo degli uomini di Stato è in vendita davvero, ha un costo materiale, un’autentica valutazione di mercato. Bettino Craxi? 350 euro. Giovanni Spadolini? 200 euro. Giorgio La Pira, preziosissimo: 500 euro. Umberto Terracini, uno dei padri della sinistra italiana: 600 euro. E via.
Nel catalogo pubblicato da Lim Antiqua – studio bibliografico e con sede a Monte Quirico, dalle parti di Lucca – ci sono oltre cento anni di storia italiana. Compaiono i nomi di statisti, ministri, presidenti del Consiglio, squadristi e gerarchi, intellettuali, quadri di partito e talvolta massoni. Lettere, cartoline e foglietti, manoscritti o dattiloscritti; piccole confidenze, raccomandazioni, ragionamenti: tutti con la firma in calce, originale, di nani e giganti del secolo scorso.
Il valore della memoria è incalcolabile, ma le sue carte costano assai. I collezionisti lo sanno bene. Il prezzo è determinato dal numero e la dimensione delle pagine, dalla rilevanza del contenuto e dal prestigio dell’autore: a ogni nome corrisponde una cifra.
Così scopriamo che le lettere di Bettino Craxi – magari agevolate dall’opera di beatificazione collettiva in atto – sono tra le più preziose in assoluto. La prima risale all’8 ottobre 1983, sul foglio avvizzito si legge una dichiarazione che il segretario socialista, allora presidente del Consiglio, ha trasmesso al telefono al giornalista Arrigo Levi (lo sappiamo perché ce lo dice un’annotazione aggiunta dall’addetto stampa di Craxi, Antonio Ghirelli, in testa al foglio). In quelle poche righe, Craxi tratteggia un giudizio sprezzante sull’Eurocomunismo (e di riflesso, come sappiamo, sul segretario del Pci Enrico Berlinguer): “Del resto – scrive Craxi – questi sono tempi in cui l’eurocomunismo recita il suo de profundis, a partire da Madrid dove si assiste all’incredibile metamorfosi di Santiago Carrillo”. La lettera craxiana costa 300 euro e non è nemmeno la più preziosa: nel catalogo è in vendita un’altra breve comunicazione (su carta intestata al “Segretario particolare del presidente del Consiglio dei ministri”) lasciata al suo portavoce: “Caro Ghirelli, eccoti il testo dell’intervista al New York Times. Grazie, Bettino”. Questa seconda carta costa 350 euro. La terza (300 euro) è inviata, invece, all’ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt.
Se ci si abbandona un po’ alla suggestione, il catalogo sembra davvero rilasciare una scia di polvere e un profumo di Prima Repubblica. Ci sono tre lettere di Giovanni Spadolini (200 euro), compreso un messaggio di ringraziamento a chi si complimentava per la nomina al ministero dei Beni Culturali, nel 1979: “Grazie del pensiero augurale che mi accompagnerà nel nuovo difficile compito al servizio dei beni culturali minacciati o manomessi”.
Ci sono i documenti dei nomi storici del comunismo italiano: Palmiro Togliatti (200 euro), Pietro Ingrao (100 euro), Luigi Longo (200 euro). Ci sono ben dieci lettere (350 euro) firmate da Mario Berlinguer (padre di Enrico e Giovanni), relative all’attività di “Solidarietà Democratica”, il movimento del Pci che si occupava di assistere i militanti comunisti inquisiti o condannati. C’è una bella cartolina di un ghiacciaio innevato con la firma di Ugo La Malfa (90 euro). E ancora: un manoscritto di 14 pagine firmate da Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze molto amato da Matteo Renzi. Un lungo ragionamento sulle prospettive dei cattolici: “La Chiesa entra arditamente, con la pienezza della sua forza, divina ed umana, temporale ed eterna, nel cuore stesso dell’epoca nuova nella quale è entrata la storia del mondo”. Prezzo: 500 euro. Più ancora di La Pira costa il comunista Terracini: il suo carteggio di 20 pagine ne vale addirittura 600, è il documento più prezioso di tutto il catalogo.
Ma le carte di Lim Antiqua si addentrano in un passato ancora più remoto: quello dell’Italia albertina, pre-fascista. E poi quella del ventennio.
Ci sono nove lettere di Luigi Facta (180 euro), l’ultimo presidente del Consiglio del Regno, l’uomo che ha spalancato, con la sua inettitudine, le porte di Roma alla marcia di Mussolini. Di Sindey Sonnino, il ministro degli Esteri del disastroso patto di Londra del 1915, abbiamo davvero solo l’autografo: la firma calligrafica su un biglietto bianco. Si compra con “appena” 50 euro. E infine, tra tanti documenti di epoca fascista, spicca quello di Emilio De Bono (150 euro), uno dei quadrumviri a cui il Duce affidò la responsabilità di organizzare l’insurrezione armata. Lettere private, e un messaggio alla camicia nera Aldo Finzi, camerata di un’avventura che ha sfigurato il volto dell’Italia: “Ricordo con caro piacere i tanti mesi che abbiamo lavorato con tanta serenità insieme. E come si andava bene!”.