Il Messaggero, 26 gennaio 2020
Le galline snobbano la crisi
È il solo settore agroalimentare 100% italiano e l’unico della zootecnia nazionale a confermarsi completamente autosufficiente: sia per la carne di pollo che di tacchino l’autoapprovvigionamento supera il 100 % dei consumi, mentre si ferma appena sotto (al 97,3%) l’asticella dell’autoproduzione di uova. Ben lontane le percentuali ai autoproduzione dei consumi di carne bovina (52,4 %), suina (63%) e ovocaprina (36,6 %). Neanche i consumatori più esigenti subiscono il fascino dei prodotti esteri. L’avicoltura non ha così risentito della crisi dei consumi degli ultimi anni e anzi la gallina ha fatto boom, con una crescita del giro d’affari 2008/2018 del 7,5%. Il fatturato dei 6.300 allevamenti è di 5, 7 miliardi di euro: 4,5 per la carne di pollo e tacchino, 1.2 per le uova. «Considerando tutte le fasi della filiera – dagli incubatoi ai mangimi, dagli allevamenti alla trasformazione fino ai servizi, alla logistica e alla vendita generiamo complessivamente 21,7 miliardi», afferma Antonio Forlini, presidente di UnaItalia, l’associazione dei produttori di polli che vanta 64 mila addetti. La produzione è di circa 1,3 milioni di tonnellate di carne (20,4 chili è il consumo annuale pro capite) e di 12,2 miliardi di uova (teoricamente ne mangiamo 208 a testa l’anno, ma in effetti il 32% è usato dall’industria alimentare). Secondo UnaItalia, la filiera ha un ruolo di moltiplicatore economico: ogni euro di valore generato nella fase di trasformazione ne produce 5,70 sul resto del comparto e per ogni dipendente diretto vengono creati altri 2,5 posti di lavoro nelle altre fasi della filiera.
L’EXPORT
L’unico dato negativo riguarda l’export di carne, calato di circa il 4%. I 389 milioni di euro di valore sono stati realizzati sostanzialmente in Germania (42 % del totale), Grecia (13%) e Francia (7%). «Per invertire questa tendenza dobbiamo puntare ai nuovi mercati con un grande gioco di squadra», spiega Forlini, che aggiunge: «Le imprese debbono fare la propria parte offendo prodotti in linea con le aspettative dei mercati, ma è essenziale il sostegno delle istituzioni per garantire le conclusione degli accordi bilaterali con Paesi strategici come la Cina». Intanto stiamo perdendo proprio l’enorme opportunità del mercato cinese che quest’anno sarà stima il rapporto mondiale Rabobank – il più performante del mondo. La peste suina che ha colpito gli allevamenti di maiale spinge infatti la popolazione a consumare altri carni e la preferenza va al pollo. Ad approfittarne per primi saranno i produttori americani, grazie alla riapertura due settimane fa delle esportazioni di pollame in Cina dopo il tiro e molla di Trump sui dazi. I mercati saranno comunque secondo Rabobank – altamente volatili nel corso del 2020 a causa della crescita dell’offerta nei mercati interessati dalla febbre suina africana e per l’aumento della disponibilità di tagli minori dopo l’ingresso lo scorso anno nel comparto della Russia e dell’Ucraina. Il settore avicolo – con le sue pratiche virtuose come la riduzione degli antibiotici dell’80% e i più moderni sistemi produttivi – sarà al centro di Fieragricola, la fiera biennale della zootecnia e dell’agricoltura che apre mercoledì a Verona e che quest’anno ha battuto il record degli espositori (900, +8,2% sull’edizione 2018) e dei capi di bestiame in mostra (+ 14,3%).