Il Messaggero, 25 gennaio 2020
A Wuhan un mega ospedale costruito in sei giorni
Centinaia di operai e decine di caterpillar stanno lavorando freneticamente per costruire a tempo di record un ospedale nuovo di zecca, in grado di tenere in isolamento migliaia di malati di Wuhan. Il centro di quarantena e terapia che sorgerà nel quartiere di Caidian (nella parte occidentale della città) dovrà essere pronto il 3 febbraio. Occuperà un’area di 25mila metri quadrati con vista lago circondata da giardini: originariamente destinata a località di villeggiatura per dipendenti pubblici, è stata riconvertita in fretta e furia in una zona off-limits col compito di frenare la diffusione del coronavirus al di fuori della metropoli cinese sul Fiume azzurro.
PAGA EXTRA
Per vincere quella che sarà una vera e propria corsa contro il tempo, le autorità hanno promesso ai lavoratori una paga pari a oltre 150 euro al giorno, tre volte quella percepita normalmente dagli edili. «Faremo il cenone di capodanno qui, non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo consegnare l’edificio in sei giorni» ha dichiarato ieri uno degli uomini impegnati nel cantiere.
L’ospedale sarà formato da una ventina di blocchi prefabbricati, mentre i posti letto dovrebbero essere un migliaio. Attualmente i malati di coronavirus vengono curati in una serie di nosocomi di Wuhan, e in cliniche specializzate in malattie infettive. Ma una decina di questi hanno lanciato nelle ultime ore un drammatico appello sui social media: manca di tutto, maschere, occhiali, cappelli e camici isolanti per il personale. Probabilmente una struttura ad hoc potrà risolvere parzialmente queste carenze, raccogliendo a favore di un unico centro strumenti e finanziamenti indispensabili per affrontare l’emergenza. «La realizzazione di questo progetto servirà a tamponare l’attuale carenza di strutture mediche specialistiche ed essendo composto di prefabbricati, non solo sarà ultimato rapidamente, ma costerà poco», scrive il quotidiano di Changjiang.
I video e le fotografie che circolano in queste ore sui social media cinesi mostrano operai col volto coperto dalla mascherina in mezzo a una selva di scavatrici e caterpillar cinesi tra le quali spunta qua e là qualche mezzo americano o coreano, come a ricordare che – anche in questo importante segmento della meccanica – il made in China ha raggiunto i paesi avanzati.
Il governo compirà ogni sforzo per fermare il coronavirus in quella che è già stata trasformata dalla propaganda in una lotta epica della Nuova era proclamata dal presidente Xi Jinping. Gli ultimi 12 mesi sono stati durissimi per la leadership cinese, che ha dovuto affrontare contemporaneamente i dazi di Trump, la guerra tecnologica contro Huawei, la crescita più lenta degli ultimi decenni (+6,1% nel 2019) e un’epidemia che ha decimato gli allevamenti di suini. Un anno a dir poco sfortunato che si è concluso ieri con l’arrivo dell’anno del topo, in piena emergenza coronavirus.
«L’intera nazione cinese renderà omaggio ai cittadini di Wuhan scrive il Global Times -. Soltanto quando la Cina vincerà la battaglia in difesa di Wuhan, potrà essere dichiarata la vittoria della nazione contro la nuova polmonite». Nell’aprile 2003, per fronteggiare l’epidemia di Sars venne approntata appena fuori Pechino (in una settimana) una struttura simile a quella in costruzione a Wuhan, che fu affidata alla gestione dell’Esercito popolare di liberazione e dove in un paio di mesi venne curato circa il 15% del totale (oltre 8.000) dei malati di sindrome respiratoria acuta grave, un’operazione che ieri il Quotidiano del popolo ha ricordato definendola un «miracolo nella storia della medicina».
Questa volta si punta a fare meglio, accorciando a sei giorni il tempo di realizzazione dell’opera. Anche per affrontare quest’ultima calamità è intervenuto pesantemente il governo, mobilitando due colossi dell’edilizia di stato affinché un virus non trasformi il sogno cinese in un incubo.