la Repubblica, 25 gennaio 2020
Uccise il ladro, assolto l’oste di Lodi
Assolto, in primo grado, perché il fatto non sussiste. Il tribunale di Lodi non ritiene colpevole di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa Mario Cattaneo, il ristoratore 70enne che nella notte del 10 marzo 2017 sparò e uccise Petre Ungureanu, un romeno di 32 anni che con tre complici stava rubando sigarette e soldi nella sua osteria di Casaletto Lodigiano.
La Lega e buona parte del centrodestra avevano consacrato Cattaneo come un eroe sin da subito e ieri Salvini si è affrettato a intestarsi il “merito” della sentenza: «Grazie alla nuova legge sulla legittima difesa voluta dalla Lega il ristoratore Mario Cattaneo, per cui erano stati chiesti tre anni di carcere per aver ucciso un rapinatore nel suo locale, è stato assolto!» ha twittato il segretario del Carroccio che a Cattaneo ha pure dedicato, ieri sera, la piazza del comizio elettorale di Ravenna. Forse, però, Salvini si è mosso un po’ troppo tempestivamente.
Per conoscere le ragioni della scelta del giudice, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro tre mesi. Ma già da ora, secondo gli addetti ai lavori, sembra più che verosimile che la nuova legge sulla legittima difesa c’entri poco, se non nulla, con la sentenza: sia il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, sia lo stesso legale di Cattaneo, ipotizzano che la nuova normativa possa non aver avuto alcun effetto in tal senso.
Per Vincenzo Stochino, legale di Mario Cattaneo, «la formula assolutiva utilizzata dal giudice è piena, ora dobbiamo attendere le motivazioni ma verosimilmente il giudice potrebbe aver sposato la nostra tesi difensiva. E cioè che non c’è stata alcuna azione di Mario ma che si è trattato di un evento accidentale scaturito dalla colluttazione».
Secondo la difesa il colpo che uccise Ungureanu sarebbe quindi un colpo partito accidentalmente durante il parapiglia tra i due. Il legale ha specificato che «le ricostruzioni di Cattaneo hanno trovato riscontro nelle prove scientifiche, le prove balistiche hanno confermato la traiettoria del tiro e le prove biologiche confermano che l’arma è stata strattonata perché in due punti è stato trovato un Dna terzo». La stessa interpretazione la fornisce anche il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro: «In attesa di leggere le motivazioni è più probabile che la nuova legge sulla legittima difesa non abbia avuto rilevanza. Il giudice di solito dà ragione o all’accusa o alla difesa, e probabilmente avrà recepito la tesi della difesa ed è chiaro che, se così fosse, la nuova legge non c’entrerebbe».In un’aula piena, ieri, anche di politici del centrodestra, l’imputato è rimasto seduto qualche minuto in silenzio dopo la lettura della sentenza. Poi è subito tornato alla sua “Osteria dei amis”.
«È finito un incubo, ringrazio la giustizia che ha fatto il suo corso – dice al telefono – ora voglio solo un po’ di pace e provare a dimenticare e rilassarmi ma giusto per un paio d’ore perché domattina all’alba sono di nuovo qui in pista». Di quella notte Cattaneo ricorda «l’allarme che mi suona ancora nella testa, i colpi di mazza che buttano giù le porte e poi è subentrato l’istinto. Non ho mai smesso di lavorare in questi anni, lavorare mi ha aiutato, poi la sera quando la gente andava via gli incubi tornavano. Una cosa che non auguro a nessuno, guardi. Mi hanno chiamato tutti quelli che mi sono stati vicino, li ringrazio, anche Salvini mi ha chiamato». Cosa le ha detto? «Ora vado dai miei cari, un saluto».